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Economia Brugherio

Meno soldi, ma per tutti: gli operai Candy salvi grazie alla solidarietà

Lavoratori e azienda hanno rinnovato il contratto di solidarietà per altri due anni. Calano le ore effettive di lavoro e, di conseguenza, calano gli stipendi. Ma i 373 licenziamenti voluti da Candy, almeno per ora, sono stati evitati

Soltanto grazie alla solidarietà. Intesa come tipo di contratto. E intesa come vicinanza, unione tra colleghi, quelli più fortunati e quelli meno. Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo i 373 dipendenti Candy che erano in uscita dall’azienda. Martedì sera, al termine dell’ennesima riunione tra sindacati e dirigenti aziendali, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto di solidarietà per lo stabilimento di Brugherio. 

L’accordo, che dura due anni, sostituirà i precedenti contratti - in scadenza al 16 ottobre - e permetterà, per il momento, di "congelare" i 373 licenziamenti annunciati nei giorni scorsi, tra operai - 343 - e impiegati negli uffici - 30.  

“I numeri sono rimasti comunque alti – ammette Pietro Occhiuto, segretario della Fiom Cgil Brianza – e la necessità di rinnovare il contratto di solidarietà si è resa indispensabile. Per noi il primo passo da fare è continuare la solidarietà per scongiurare quei licenziamenti”.

I nuovi contratti verranno applicati a tutti i lavoratori, che hanno così deciso di rinunciare a parte dello stipendio pur di salvare tutti i colleghi. 

“L’accordo consente di evitare i licenziamenti e dare più tempo a sindacato ed azienda per poter discutere in merito al piano industriale per il rilancio del sito brianzolo”, spiega Occhiuto. Che sottolinea: “Adesso non intendiamo minimamente allentare la tensione. La firma del contratto di solidarietà è una tappa importante ma insufficiente. La partita si sposta sulla discussione del piano industriale che, abbiamo preteso, dovrà essere presentato dall'azienda entro la fine di quest'anno”.

“Questa fase dovrà anche riguardare le istituzioni - chiede Occhiuto -. Nei prossimi giorni partirà una richiesta di audizione alle Commissioni Parlamentari ed una lettera ai Ministeri del lavoro e dello Sviluppo economico affinchè si facciamo carico della vicenda”. 

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