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Economia Roncello

Presidio per difendere il posto di lavoro: alla K-Flex di Roncello rischiano in 250

Continua la protesta degli operai che da dieci giorni sono in presidio permanente. I dipendenti hanno scritto anche una lettera al Papa

Sono arrabbiati, delusi, chiedono di essere ascoltati e vogliono certezze per il proprio posto di lavoro. Da oltre dieci giorni i lavoratori della K-Flex di Roncello presidiano giorno e notte l'azienda con il blocco della produzione e lo sciopero permanente in segno di protesta in vista della possibile imminente delocalizzazione in Polonia.

Dal 24 gennaio una rappresentanza dei 250 lavoratori dell'azienda che produce isolanti in gomma, nata nel 1989 a Roncello e oggi presente in tutto il mondo, è accampata davanti ai cancelli intenta a bloccare l'ingresso dei tir e a chiedere risposte occupazionali.

Ad oggi non esiste alcuna comunicazione ufficiale da parte dell'azienda e del suo amministratore delegato, Carlo Spinelli, figlio del fondatore Amedeo Spinelli, circa i piani produttivi futuri del gruppo. I dipendenti hanno avuto notizia che la società avrebbe lasciato lo stabilimento di via Leonardo da Vinci, dove è in essere un contratto di affitto con scadenza 2021, per trasferire la produzione in un altro edificio di proprietà individuato nell'ex sede della K-Flex a Roncello. 

Qui però ad oggi, essendo cambiato il Piano Regolatore non è più possibile insediare attività produttive e ai lavoratori è stato chiaro fin da subito il disegno dei vertici di delocalizzare la produzione in Polonia. 

"Andremo avanti con la protesta e i lavoratori non concentiranno all'azienda di riprendere l'attività per poi dare comunicazione dei licenziamenti all'improvviso" spiega il segretario della Filctem Matteo Moretti che mercoledì pomeriggio è stato ricevuto in provincia dal presidente Ponti per illustrare la drammatica situazione che stanno vivendo questi lavoratori e chiedere un sostegno istituzionale. 

"E' insostenibile che un'azienda che fa utili e continua a espandersi in tutto il mondo e ha già lasciato a casa nel 2014 50 persone punti alla delocalizzazione" ha spiegato Moretti. 

Lunedì al fianco dei lavoratori a rischio a Roncello è arrivato anche l'onorevole del Partito Democratico Roberto Rampi, insieme a Pietro Virtuani, Lorenzo Sala e Margherita Brambilla, per ascoltare gli addetti in presidio e conoscere la situazione. Mercoledì una delegazione di lavoratori sarà presente in audizione presso la IV Commissione Attività Produttive in Regione. Per mercoledì 8 febbraio invece è in programma un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.

Sabato invece a Roncello le delegazioni sindacali hanno indetto un'assemblea pubblica presso il parcheggio del sito aziendale in via Leonardo Da Vinci 36. I lavoratori hanno nazionalità differenti e un solo obiettivo: sono italiani, romeni, senegalesi e peruviani, "tutti compatti, uniti e detrminati per lottare per difendere il loro futuro" spiega Moretti. 

I dipendenti oltre a invitare la cittadinanza all'assemblea pubblica del 4 febbraio hanno anche scritto una lettera al Papa. "Lavoriamo dal 1989, giorno e notte su tre turni anche al sabato" -scrivono i dipendenti - "e con il nostro impegno e sacrificio abbiamo fatto la fortuna di questa azienda". E chiedono "sostegno umano" e un saluto all'Angelus per "sensibilizzare questa classe imprenditoriale" e "intervenire per la salvaguardia della dignità e del Lavoro". 

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