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Domenica, 28 Aprile 2024
Storie di imprenditori / Lesmo

In Brianza l'antico forno che da quasi 90 anni rende omaggio a "sua maestà la michetta"

Tra le eccellenze del territorio c'è anche una bottega dove dal 1937 ogni giorno vengono sfornate centinaia di michette: è stato premiato anche dalla Regione Lombardia

La sua michetta è famosa in tutta la Brianza, ma non solo. Tanto che è stata persino premiata dalla Regione Lombardia per aver sfornato la 60 milionesima michetta, e ancor prima dall'associazione dei panificatori di Monza e Brianza con la "Michetta d'argento". Ma dietro a quella che il suo artigiano definisce “sua maestà la michetta” c’è un grande lavoro, tanta pazienza e soprattutto il rispetto per quei tempi che la lievitazione impone, tanto da diventare ormai un pane in via di estinzione.

Gianfranco Beretta è orgoglioso di quella michetta che lo ha reso famoso e che dal 1937 viene sfornata ogni mattina nella bottega di famiglia a Lesmo. Un artigianato che sta scomparendo con sempre meno giovani disposti a levataccia e giornate tra farine e forni (giorni di festa compresi). “Io ogni mattina mi sveglio orgoglioso e felice del lavoro che faccio e che ho ereditato dal nonno e dal papà, malgrado la fatica che con gli anni si fa sempre più sentire - racconta Gianfranco Beretta a MonzaToday -. Ho venerazione e rispetto verso il pane, ma soprattutto verso quella michetta che definisco sua maestà”. Tutto è iniziato quasi novant’anni fa, esattamente nel 1937 quando Antonio, il nonno di Gianfranco Beretta, comprò il vecchio panificio di Lesmo e diede vita a quell’avventura che prima ha passato al figlio e che oggi è arrivata al nipote. La terza generazione che, come 87 anni fa, ogni mattina all’alba va in bottega e inizia a impastare, infornare e sfornare.

“Il mondo e i clienti in questi decenni sono cambiati, ma in bottega resta un punto fermo: la michetta - prosegue -. Quel pane ‘soffiato’ che all’interno è vuoto e che era tanto caro ai nostri nonni non è passato di moda. La michetta è sopravvissuta e continua a godere di buona salute anche tra i chi è costantemente a dieta, tra chi segue le mode con gusti e farine, tra chi si fa tentare dalle focacce e dalle pizze”. Così che nella bottega di Lesmo ogni giorno c’è un via vai continuo di clienti che, anche da fuori provincia, prenotano il loro sacchetto di michette. “I giovani hanno imparato ad amarla come facevano i loro nonni - aggiunge - tagliata a metà e imbottita con mortadella o pancetta”.

Dietro a una michetta ci sono molte ore di lavoro. “Almeno due giorni tra impasto, lievitazione e poi la cottura - continua Beretta - Preparato con metà lievito di birra e il restante lievito madre. Bandito il lievito chimico. Noi poi il bottoncino sopra il pane lo mettiamo a mano, uno ad uno. Sembra semplice, eppure non lo è. Lo avevano capito anche i giapponesi che alcuni anni fa erano venuti a una fiera del settore e avevano provato a fare il nostro ‘pane soffiato’, ma si sono resi conto che dietro non ci sono solo gli ingredienti, ma anche un’estrema manualità che nessuna macchina potrà mai sostituire”.

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