rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
La storia / Lissone

Un'auto su quattro nel mondo "veste" made in Brianza: le viti Brugola dominano il settore automotive

Un impero delle viti nato in Brianza dove ogni giorno si producono 9 milioni di pezzi. Per un totale di 80mila tonnellate ogni anno, con oltre 800 tipi di viti differenti, tutte diverse perché progettate singolarmente per ogni cliente e destinate a finire sulle auto di tutto il mondo

Una storia iniziata nel 1926 che continua da quasi un secolo, tra tradizione, valori e innovazione. E a Lissone, le Officine Egidio Brugola (OEB Brugola) fondate dall'ominimo pioniere del settore nel cuore della città sono cresciute, espandendosi anche negli Stati Uniti e arrivando a conquistare quattro continenti. Oggi in città la multinazionale leader nella produzione di viti per il settore automotive, conta 5 sedi produttive insieme a un polo logistico, una sede a Plymouth, negli Usa, in Michigan, inaugurata nel 2015 e 11 centri logistici dislocati in tutto il mondo, riforniti dal gruppo, fino in India e in Cina. E 500 dipendenti.

Un impero delle viti fondato in Brianza dove ogni giorno si producono 9 milioni di pezzi. Per un totale di 80mila tonnellate ogni anno, con oltre 800 tipi di viti differenti, tutte diverse perchè progettate singolarmente per ogni cliente. Ed è a Lissone che nascono le viti Brugola: dalla progettazione al processo produttivo di stampaggio a freddo che inizia in Brianza, con il trattamento dei fili d'acciao che arrivano in uno stabilimento di Desio e poi, passaggio dopo passaggio, diventano vite, con una produzione che è - e Brugola è orgogliosa di affermarlo - 100% made in Italy.

Alla scoperta del mondo Brugola, l'azienda da quasi un secolo a Lissone

Un pezzettino di Brianza, a volte dalle dimensioni minuscole, che finisce nelle auto di tutto il mondo. E i brand che hanno scelto viti Brugola sono tanti a partire da Ford, Bugatti, Nissan, Bmw, Audi, Mercedes, Renault, Nissan, Volkswagen. E Brugola ha accettato anche la sfida dell'elettrico che - come ha affermato il presidente Jody Brugola - "non spaventa l'azienda". 

Brugola, un'invenzione e una storia tutta brianzola 

Brugola: un termine che tutti conoscono ma che forse non tutti sanno che è nato in Brianza e che ha una storia che si fonde con il genio del suo inventore. Un nome, presente in tutti i dizionari nel mondo, che indica un preciso oggetto (che è anche un prodotto): la vite cava esagonale. Ma identifica anche il suo inventore e l’azienda che coincide anche con il cognome della famiglia che l’ha fondata.

Una storia tutta brianzola che è anche nei dizionari. Fu, infatti, Egidio Brugola che nel 1926 diede i natali all’azienda OEB (Officine Egidio Brugola) cominciando la produzione in serie di viti. Nel 1946 ottenne il brevetto della Vite Cava Esagonale con gambo a Torciglione, conosciuta ormai in Italia e in Europa come “brugola”.

Le viti Brugola, 100% made in Brianza

Nel 1959, dopo la sua scomparsa, OEB comincia la produzione di viti critiche per il settore automobilistico, diventando fornitore unico delle viti testata motore per il gruppo Volkswagen. Poi, sotto l'ondata della spinta del boom economico, arrivano gli anni della guida di Giannantonio Brugola, figlio di Egidio, che nel 1964 prende le redini della fabbrica diventando presidente. Oggi la storia dell’azienda è alla terza generazione e dal 2015 il presidente è Jody Brugola, figlio di Giannantonio scomparso nel 2015. E da quel momento l’ascesa di Brugola è stata inarrestabile: leader di mercato, l'azienda ha raggiunto un fatturato di 190 milioni di euro nel 2023 e l’ambizioso obiettivo carbon neutral con orizzonte temporale 2035 a testimonianza dell’attenzione all’ambiente, al territorio e alla sostenibilità.

A Lissone si producono 9 milioni di viti ogni giorno 

I più veloci nella produzione di settore. Brugola, ogni giorno, crea 9 milioni di viti, 80mila tonnellate in un anno. E la produzione è tutta made in Italy, a Lissone. Il processo produttivo inizia dalla progettazione, con quasi mille viti prodotte, ognuna diversa perchè realizzate per ogni singolo cliente e commessa. Dal filo d'acciaio si arriva alla vite finita che poi finisce appunto in quasi un'auto su quattro nel mondo. Si comincia con il trattamento del filo con la tecnica della sabbiatura a cui viene applicato un polimero poi il verricello diventa un filo d'acciaio pronto per essere lavorato e portato in stampaggio, nello stabilimento di via Pacinotti a Lissone. Qui si effettua anche il trattamento termico, con le viti che entrano in forni che raggiungono una temperatura che sfiora i mille gradi per passare poi ai 450/550° del forno di rinvenimento e infine alla rullatura e alla selezione, con il processo Garanzia del Difetto Zero, di cui Brugola è stata la prima sostenitrice nel mondo. Grazie a importanti investimenti in macchinari di ultima generazione altamente performanti, è possibile testare e controllare ogni singola vite e componente di fissaggio. Le ultime tecnologie permettono oggi di eseguire controlli su sempre più parametri e di farlo in maniera sempre più precisa e meticolosa. Per garantire la perfezione, con un po' di meticolosa precisione brianzola che c'è in ogni vite che poi finisce in tutto il mondo, nei sistemi di fissaggio per il mondo automotive.

L'era di Jody Brugola: l'impero delle viti e le sfide del futuro

Un fatturato da 190 milioni di euro raggiunto nell'anno appena concluso, 500 dipendenti e un piano di assunzioni che nel 2024 prevede circa 40 nuovi ingressi in azienda e una crescita inarrestabile con cui Brugola sta al passo con le sfide del futuro. A partire dal settore dell'elettrico nell'automotive. Anche qui infatti, in molte piattaforme di motori di veicoli elettrici ci sono viti Brugola. 

Jody Brugola, presidente Oeb Brugola Lissone  (3)

Crescita ed espansione aziendale che in Brugola si traducono soprattutto con investimenti sul territorio, a partire dal progetto per la realizzazione di una nuova logistica e di nuovi uffici nel quartier generale dello stabilimento di Lissone con l'edificazione anche di una nuova mensa che potrà essere un punto di riferimento anche per le associazioni del territorio per donazioni solidali di piatti e vivande all'interno di un progetto benefico che l'azienda ha intenzione di mettere a punto. "Per fare funzionare bene una azienda come la nostra occorre una squadra all'altezza della situazione" ha aggiunto sottolineando l'importanza di continuare con gli ideali e i valori di sempre, delle due generazioni che lo hanno preceduto. "Abbiamo cercato di vedere un futuro diverso in termini di clienti con cui lavorare e ne abbiamo aggiunti diversi: ieri Brugola era leader di mercato per viti critiche per motori e oggi sviluppiamo viti anche per piattaforme elettriche, alzando il livello di qualità e produzione".

"I dati e i numeri di fatturato confermano che stiamo facendo bene" ha aggiunto Jody Brugola. "E' un progetto ambizioso, di una azienda italiana che ci crede e che va avanti, orgogliosa di portare il suo prodotto in giro per il mondo".

Viti e bamboo giganti: l'impegno per l'ambiente

L'espansione non dimentica le origini e l'attenzione di Brugola per il territorio in cui è stata fondata e dove l'azienda è nata, come confermato dalle parole del presidente, è costante. "Lavoriamo sulla sostenibilità e su progetti di riduzione delle emissioni di CO2 con investimenti per avere macchinari sempre più efficienti, per ridurre gli sprechi di energia perchè bisogna avere un'etica del lavoro che va di pari passo con l'attenzione alla nuova politica welfare che premia i nostri lavoratori" ha detto il numero uno di Brugola, facendo riferimento al premio aziendale appena promosso con 2.300 euro per i dipendenti.

E Brugola si è data un obiettivo ambizioso: la riduzione del 70% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento della carbon neutrality entro il 2035. Un investimento green, insieme alla grande sfida della riduzione dei consumi, del recupero dell'olio esausto e delle emissioni, arriva dal bamboo. Un bambuseto per compensare le emissioni che non si riescono ad abbattere. Dal 2021 Brugola supporta il progetto di creazione di nuove foreste di bambù gigante in Italia di Forever Bambù e sono già sei gli ettari piantumati equivalenti ad una mitigazione della carbon footprint certificata di 780 tonnellate di CO2 all’anno fino al 2043. Un progetto da oltre un milione di euro in sei anni di investimento dove ogni ettaro di bamboo gigante assorbe 260 tonnellate di CO2. E un bambuseto gigante sta per arrivare anche in Brianza. L'azienda infatti ha annunciato che verranno presto piantumati dieci ettari di terreni a Muggiò, all'interno di proprietà della famiglia Brugola, portando così la superficie di coltivazione a 16 ettari per un abbattimento all'anno di 4mila tonnellate di biossido di carbonio a fronte di una produzione annuale di 16.600 tonnellate stando al dato del 2022, già ribassato rispetto alle 22.600 tonnellate del 2018. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un'auto su quattro nel mondo "veste" made in Brianza: le viti Brugola dominano il settore automotive

MonzaToday è in caricamento