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Berlusconi a Monza "scivola" sulle domande di industriali e artigiani

L'ex premier non risponde alle domande durante il lungo intervento nella sede di Confindustria

MONZA - Non ha risposto a nessuna delle domande presentate da industriali e artigiani, preferendo una articolata ( e ormai trita) disamina delle ragioni per cui l'Italia è ingovernabile: l'ex premier Silvio Berlusconi è tornato in Brianza per parlare alle imprese, ma nel corso dell'incontro a porte chiuse nella sede di Confindustria MB ha glissato proprio sulle domande degli imprenditori.

VIDEO: L'ARRIVO DI SILVIO BERLUSCONI A MONZA

"L'architettura dello Stato non ci ha consentito di fare le riforme liberali che avevamo promesso" ha affermato l'ex premier rispondendo alla domanda di Carlo Edoardo Valli, presidente di Camera di Commercio Mb, che ha chiesto anche se "togliere l'IMU serve davvero". "Al paese serve governabilità, nonostante la legge elettorale" ha continuato il monzese, in riferimento all'intenzione a più riprese attribuita al Cavaliere, se non di arrivare alla vittoria, almeno di destabilizzare un eventuale governo di centrosinistra. "Il paese è stanco di promesse, la politica deve saper superare le divisioni, anche pensando a un nuovo compromesso storico. Lo dico da democristiano".

Parole che non hanno trovato  sponde nel leader del centrodestra, che nel corso del comizio se l'è presa con tutti, da Grillo a Bersani, da Giannino a Fini, passando per Casini e, ça va sans dire, per Monti.

Berlusconi ha quindi glissato anche sui costi energetici sostenuti dalla imprese, giudicati troppo cari dagli artigiani brianzoli, e sulla valorizzazione dell'apprendistato come forma privilegiata di avviamento al lavoro.

Niente di niente poi, e forse questa è la cosa più significativa a sei giorni dalle elezioni, anche su chi sarà il candidato premier del Pdl e sul suo ruolo all'interno del partito: una domanda, è bene ricordarlo, arrivata ancora una volta dagli artigiani e non dai giornalisti presenti.  Un segno dei tempi, come l'ilarità diffusa quando, sul finire, il vecchio leone rispolvera uno dei cavalli di battaglia sperando di far colpo sulla cattolicissima Brianza: il buono scuola, soldi - ha affermato -  "che consentono di far studiare in figli in scuole che non abbiano insegnanti di sinistra, ma docenti che trasmettano i valori in cui le famiglie credono". In tempi in cui si fa fatica a mangiare, e nelle scuole manca la carta igienica, non certo una priorità. Berlusconi, va detto, incassa l'applauso alla fine. Ma la sensazione è che non abbia convinto.  Saranno le urne a dare il responso definitivo. Anche in Brianza.

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