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Politica Vimercate / Via Cereda

Centro profughi, a decidere quando sarà la Prefettura

Il Comune di Vimercate ha precisato la propria posizione in merito alla decisione di allestire nei locali dell'ex palazzina di Psichiatria del vecchio ospedale un centro di accoglienza e smistamento profughi

In seguito alla diffusione e alla risonanza che la notizia della realizzazione di un campo di accoglienza e smistamento profughi a Vimercate ha avuto il comune ha voluto sottolineare alcuni aspetti della vicenda ancora poco chiari.

"Il Comune non ha alcun potere in merito" -ha chiarito il sindaco Paolo Brambilla attraverso un comunicato- "si tratta di un accordo che stanno valutando la Prefettura e l’Azienda Ospedaliera".

Il centro che dovrebbe sorgere nell'edificio di via Cereda che un tempo ospitava il vecchio ospedale e più precisamente nella palazzina di Psichiatria sarà un luogo dove le persone risiederanno per un tempo limitato in attesa di essere smistate sul territorio e questo sarà gestito da operatori qualificati.

"È il naturale proseguimento di un lavoro di accoglienza cominciato già anni fa e che ha dato ospitalità quest'anno a oltre 550 persone sul territorio provinciale, ora ridotte a circa 260 distribuite in tutta la Provincia, e che prosegue con risorse provenienti dal Ministero e in gran parte dall’Unione Europea" si legge ancora nel comunicato. 

Mentre in attesa del via libera della Prefettura l'Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate ha voluto precisare che non esiste ancora alcuno accordo formale il comune di Vimercate specifica che "anche volendo, non potrebbe opporsi".

L'unica possibilità che l'amministrazione ha avuto è stata la richiesta di garanzie "sul suo funzionamento e in merito a una distribuzione omogenea della presenza dei profughi sul territorio dei cinque ambiti della Provincia".

Le persone che verranno ospitate nella struttura che dovrebbe essere adibita a centro di accoglienza sono profughi richiedenti asilo che verranno accolti qui in attesa che si completi l'iter burocratico necessario a garantire loro lo status di rifugiato politico. 

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