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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Martiri di Odessa, il prefetto "stoppa" il sindaco di Ceriano Laghetto

Dopo la protesta dell'ambasciata ucraina, il prefetto di Monza ha negato (per ora) al sindaco l'autorizzazione all'intestazione: "Fatti ancora al vaglio della magistratura ucraina"

Come annunciato, l'ambasciata ucraina in Italia ha scritto una lettera ufficiale alla prefettura di Monza per la vicenda dell'intitolazione di un piazzale di Ceriano Laghetto ai "Martiri di Odessa". E ora è arrivata anche la reazione del prefetto monzese, Giovanna Vilasi. Con uno "stop" senza se e senza ma al sindaco Dante Cattaneo.

Due le ragioni per le quali il prefetto ha deciso di non autorizzare l'intitolazione: la prima è che nella delibera di giunta (n. 137/2014) si fa riferimento non solo al massacro di decine di migliaia di ebrei nel 1941 da parte delle forze d'occupazione romeno-naziste a Odessa, ma anche alla tragedia del maggio 2014. "I riferimenti nella motivazione a fatti accaduti di recente non permettono il rilascio dell'autorizzazione, come opportunamente dispone la normativa di riferimento".

"Ci sono esempi in tutta Italia e anche nella stessa Ceriano", risponde il consigliere provinciale leghista Andrea Monti, "di intitolazioni a fatti collettivi prima dei canonici dieci anni, come alle vittime di Nassiryia o dell'11 settembre 2001".

Ma la ragione principale dello "stop" della prefettura è un'altra. "Si rappresenta peraltro la non opportunità di riferimenti ad accadimenti recenti, ancora al vaglio della magistratura ucraina, e che hanno determinato le rimostranze dell'ambasciatore d'Ucraina in Italia", che ha scritto alla prefettura il 30 gennaio.

Ancora al vaglio della magistratura ucraina. Questo il punto vero della questione. Come spiegava l'ambasciatore ucraino in una intervista a MonzaToday, non è chiara la responsabilità della tragedia di Odessa del 2014. In particolare è ricercato dalla magistratura ucraina l'allora vice capo della polizia cittadina, fortemente sospettato quantomeno di non avere fatto niente per evitare che lo scontro tra i filo-russi da un lato e gli ultras calcistici dall'altro (a cui s'erano aggiunti alcuni dimostranti filo-governativi) finisse nel peggiore dei modi. Ma l'uomo potrebbe avere avuto anche una responsabilità diretta nell'indicare ai filo-russi una "via di fuga" alquanto pericolosa (il palazzo dei sindacati).

Tutto questo nelle motivazioni dell'intitolazione non c'è. C'è invece, nella delibera del comune di Ceriano Laghetto, una chiara accusa ai sostenitori di quel "governo autoproclamatosi di Kiev" (definito poi "errore materiale" dal sindaco Dante Cattaneo, e corretto con "governo di Kiev" sul sito web ma non ancora nella delibera) contro manifestanti "disarmati", che invece in parte erano certamente armati.

Il prefetto chiede anche al sindaco di "non procedere all'inaugurazione" (prevista per il 14 febbraio) e invita il comune di Ceriano Laghetto a inviare le idonee richieste di autorizzazione per la nuova toponomastica, "che tengano conto di quanto evidenziato".

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