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Monza e Brianza, ciclo integrato dei rifiuti: via al progetto

Martedì si è riunita l'assemblea dei sindaci del territorio: è partita la raccolta delle proposte dei vari sindaci

Obiettivo uno: cancellare un buon numero di partecipate. Obiettivo due, immediata conseguenza: creare un ciclo integrato di rifiuti per tutta - o buona parte - della Provincia. 

Si è svolta martedì, nella sede provinciale di Via  Grossi a Monza, l’assemblea dei sindaci di Monza e Brianza, alla presenza dei rappresentanti di 43 comuni su 55. 

All’ordine del giorno la “creazione del ciclo integrato dei rifiuti” in Brianza, da realizzare attraverso un percorso di razionalizzazione e semplificazione delle società pubbliche che attualmente gestiscono il ciclo dei rifiuti sul territorio. La necessità di tale operazione, sottolinea la stessa Provincia, prende il via dalla Legge di stabilità 2015 e dal “Piano Cottarelli”, che prevede una riduzione delle partecipate da ottomila a mille su base nazionale.

“Per la Brianza si tratta di una sfida di grande rilievo – ha spiegato il Presidente Gigi Ponti – una sfida che le Province, come enti di area vasta, sono chiamate a raccogliere in prima persona per impostare politiche ambientali responsabili e innovative su scala sovraccomunale in collaborazione con i sindaci, i veri protagonisti di questo importante percorso”.
 
Il vicepresidente con delega agli Enti controllati, Roberto Invernizzi, ha richiamato – in particolare – le motivazioni ambientali alla base del percorso avviato, tra cui l’importanza della governance pubblica sui piani di dimensionamento, localizzazione e utilizzo degli impianti per il trattamento dei rifiuti, la possibilità di attuare sperimentazioni ed innovazioni su area vasta e l’opportunità dei sindaci di auto-imporsi sistemi e percorsi per la riduzione e il recupero del rifiuto anche con l’incremento della raccolta differenziata.
 
Tra le motivazioni economiche dell’operazione, l’occasione di creare un soggetto pubblico forte con elevate capacità imprenditoriali e di governance e la possibilità di realizzare economie di scala sui processi industriali e sui costi di struttura, con evidenti margini di risparmio. 

Il percorso avviato, che riprende l’esperienza di costituzione dell’ambito territoriale ottimale del servizio idrico, prevede ora la raccolta di contributi e proposte operative da parte dei comuni, che nelle prossime settimane confluiranno in un unico documento da sottoporre all’assemblea dei sindaci per individuare il percorso amministrativo più idoneo alle necessità specifiche del territorio.
 
Tra le proposte sul tavolo da parte della Provincia, la creazione di una società operativa che gestisca i servizi partecipati dai tre soggetti pubblici attualmente operanti e la costituzione di una patrimoniale unica cui affidare gli investimenti.
 

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