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Monza, rotatorie d’oro: spesi 40mila euro per lavori che "nessuno" ha mai chiesto

Il comune ha approvato un debito fuori bilancio di 40mila euro per saldare vecchie pendenze con la ditta che ha costruito rotatorie in città. Ma di progetti e preventivi non c'è traccia

Due rotatorie valutate a peso d’oro e pagate un po’ - tanto - meno. Due sedute fiume del consiglio comunale per approvare un debito fuori bilancio, il primo dell’amministrazione Scanagatti. La sensazione, di parte dell’opposizione, che la musica in realtà non sia mai cambiata nonostante il cambio di colore in piazza Trento e Trieste. E la ricerca, finora vana, di qualche documento con il simbolo del comune che possa motivare, giustificare, l’esborso per le due rotatorie in questione. 

Si discute, quasi si litiga, da ormai due settimane in comune a Monza, con l’amministrazione che è stata costretta ad approvare in fretta e furia un debito fuori bilancio di quarantamila euro per saldare delle vecchie pendenze con la società Edilrocca. Società che, ad onor del vero, di soldi al comune ne chiedeva molti di più: 119mila euro per la precisione. 

Le strade della ditta e dell’amministrazione Scanagatti si incrociano nel maggio del 2014, quando proprio ad Edilrocca vengono affidati i lavori per la costruzione delle rotatorie in via Mozart e in via Murri. Dopo alcuni mesi di lavori, il prezzo, come spesso accade, sale vertiginosamente e nel giro di poco più di un anno arriva a quasi 120mila euro. Il comune non ci sta e a inizio febbraio di quest’anno, dopo una seduta rinviata per evitare di finire a notte fonda, approva il debito e di conseguenza il pagamento di una cifra molto più bassa che sarebbe frutto di un ricalcolo avvenuto in base a dei parametri fissi.  

Con i voti contrari di Paolo Piffer, Primavera Monza, dei due cinque stelle, Nicola Fuggetta e Gianmarco Novi e il sì compatto di tutta la maggioranza,  da piazza Trento e Trieste, quindi, si muovono solo quarantamila euro, a fronte di una domanda evidentemente molto più alta. Domanda che la ditta giustifica con delle modifiche ai progetti iniziali avvenute su richiesta di alcuni funzionari del comune. Il problema, non da poco, è che di tali richieste non c’è - almeno fino ad ora - neanche l’ombra, così come - sempre finora - sembra non sia stato trovato neanche un preventivo della Edilrocca prima dell’assegnazione dei lavori. 

“E’ cambiata l’amministrazione, sono cambiati i metodi di controllo ma a quanto pare certe abitudini sono dure a morire”, è il commento amaro di Paolo Piffer, uno tra i pochi - insieme a Marco Lamperti del Pd e Nicola Fuggetta del M5s -, che aveva spinto affinché si arrivasse a un accordo lo scorso 25 gennaio, per evitare una seconda seduta del consiglio comunale, poi effettivamente svoltasi lunedì scorso. 

“E’ dietro oggetti come questo che spesso si nascondono azioni poco trasparenti - l’allarme del consigliere di Primavera Monza -. Eil tutto sempre a spese dei cittadini. Mai una ricerca reale di responsabilità oggettive, mai un’autocritica sincera da parte della politica, mai un’ammissione di colpa. Tutto normale insomma, sono stati fatti dei lavori senza avere nessuna copertura economica, senza nessun preventivo, senza una richiesta scritta, eppure il Consiglio ha deciso: ok, paghiamo”. 

Però, l’altro problema, anche qui non una bega da poco, è che in qualsiasi momento l’Edilrocca potrebbe aprire un contenzioso con il Comune, chiedendo che venga saldato l’intero importo. E in quel caso di debito fuori bilancio ne servirebbe un po’ di più. Naturalmente, sempre con gli stessi soldi. 
 

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