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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Brianza, le mani delle lobby sull'acqua del territorio?

Buttate un sacco di risorse per distruggere l’attuale assetto e ricostruirne uno nuovo, funzionale alle mire di chi vuole mettere le mani su una fetta così importante di mercato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Il 20 aprile 2012,La Provincia e l'Ufficio d'Ambito della Brianza hanno convocato la conferenza dei Sindaci per sancire definitivamente la morte del Ciclo Idrico Integrato in Brianza:che i sindaci fermino questo scempio e spingano per adottare l'iter dell'Ato di Milano, visto che i dirigenti della Provincia di MB non possiedono le competenze necessarie.

 Il 25 maggio 2011, la Giunta della Provincia di Monza e Brianza, con delibera n. 85, ha affidato a Brianzacque S.r.l. la gestione del servizio idrico integrato fino al 31 dicembre 2011.

Tale atto è palesemente illegittimo poiché ha affidato il servizio idrico ad una società che non ha i necessari requisiti. A riguardo è pendente un ricorso al Capo dello Stato.

 
In data 22 dicembre 2011, poi,  il CdA dell’ATO ha fatto rendere parere vincolante alla Conferenza dei Comuni della Brianza, favorevole a:

-            affidare la gestione ventennale del servizio idrico a Brianzacque S.r.l;

-            dare indirizzo agli enti locali interessati affinché dispongano alle società patrimoniali interessate che detengono le quote di Brianzacque S.r.l. di recederle, con gli strumenti tecnici più opportuni in relazione alle singole situazioni, ai Comuni stessi e alla Provincia di Monza e della Brianza entro il 30 giugno 2012.

-            confermare efficacia alla deliberazione di Giunta provinciale n. 85 del 25 maggio 2011, in attesa del perfezionamento del suddetto processo.

L’evidente illegittimità del processo di riorganizzazione del servizio idrico in Brianza è stata segnalata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

 
Si ricorda che l'art. 35 del decreto legge 201 del 2011 (c.d. manovra salva Italia ) dispone:


1. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato è legittimata ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti ed i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica che violino le norme a tutela della concorrenza e del mercato.
2. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, se ritiene che una pubblica amministrazione abbia emanato un atto in violazione delle norme a tutela della concorrenza e del mercato, emette un parere motivato, nel quale indica gli specifici profili delle violazioni riscontrate. Se la pubblica amministrazione non si conforma nei sessanta giorni successivi alla comunicazione del parere, l’Autorità può presentare, tramite l’Avvocatura dello Stato, il ricorso, entro i successivi trenta giorni.

 
A breve, quindi, l’AGCM dovrebbe esprimersi riguardo il processo di riorganizzazione del servizio idrico nella nostra Provincia e, viste le violazioni delle più elementari norme del diritto, non potrà che censurare tale processo,fermo restante che il CdA dell'Ato e la provincia di Monza e Brianza inviano i documenti richiesti da almeno due mesi dallAGCM; ma siamo sicuri che mai andranno spediti per guadagnare tempo e ultimare indistrurbati questo atto illegittimo.

 
Nel frattempo si legge che i componenti del CdA dell’ATO sono fieri del percorso intrapreso perché porterà ad un notevole risparmio, conseguente all’eliminazione  di qualche CdA. Entro la fine dell’anno, dichiarano, ALSI e Brianzacque si fonderanno.

Sembra che il CdA dell’ATO si sia concentrato unicamente su ALSI. Pare infatti che, a breve, questa società procederà alla retrocessione ai Comuni soci, delle quote di partecipazione di Brianzacque detenute da ALSI, poi trasferirà a Brianzacque la gestione del servizio idrico, mediante contratto d’affitto, e infine avverrà la fusione delle due società.

Dai fantomatici progetti di riorganizzazione pare che Comuni come Seregno usciranno vincenti mentre altri, come Monza, assolutamente sconfitti. Le attuali gerarchie societarie, che apparivano rispettose dell’importanza dei vari comuni soci della patrimoniale ALSI, ne usciranno stravolte.  Seregno, infatti, otterrà una quota di partecipazione in Brianzacque di molto superiore a quella di Monza. Quali giochi di potere stanno dietro a questo disegno?

La Corte costituzionale, intanto, con sentenza n. 320/2011 ha chiarito che la proprietà delle reti e degli impianti non può essere di un soggetto di diritto privato e che al momento non si sa come gestire questa questione, ALSI rimarrà come patrimoniale e, quindi, non vi sarà nessun risparmio. Tale processo richiede, inoltre, che i Consigli comunali dei Comuni soci di ALSI si esprimano a riguardo. Quanto costerà riunire questi Consigli?

Per di più non si sa ancora bene come gli esperti del CdA dell’ATO intendano risolvere la questione relativa alle altre patrimoniali, per arrivare al famoso e inesistente gestore unico della provincia:

-quelle come IDRA Patrimonio che ha quali soci Comuni che insistono sulla provincia di Milano;

- quelle come ASML, GSD o AEB che svolgono altre attività rispetto all’idrico;

- quelle come CAP che sono società della provincia di Milano ma che svolgono alcuni servizi in Brianza.

E ACSM-AGAM ?  Come verrà risolta la questione di questa società? i grandi strateghi della provincia troveranno l'ennesimo grimaldello per un fantomatico patto di salvaguardia e permettere che il privato ci sguazzi dentro?

 Il gestore unico della Brianza non ci sarà mai. L’unica cosa che il CdA dell’ATO ha in mente è quella di lanciare uno spot: fusione tra ALSI e Brianzacque. L’unica cosa che, al momento, può realizzare visto che ad oggi non esiste nessun piano industriale; dopo aver dato fiato alle trombe mediatiche e organizzando riunioni con sindaci di un detrminato colore politico, al fine di veicolare scelte poco trasparenti e utili per gli interessi dei cittadini.

Alla luce di tutto ciò siamo sicuri che non verrà eliminata nessuna società e il famoso progetto brianzolo di riorganizzazione non porterà a niente se non ad aver buttato un sacco di risorse per distruggere l’attuale assetto e per ricostruirne uno nuovo, funzionale alle mire di chi vuole mettere le mani su una fetta così importante di mercato.

Che i sindaci non si facciano ingannare e organizzino un momento di confronto con la presenza di tecnici indipendenti che chiariscano il pericoloso iter intrapreso dalle lobby brianzole.

 

Per il Comitato,

Biagio Catena Cardillo

 

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