Provincia, un consiglio aperto l'ultima carta contro il riordino
Il vertice per la prima volta sarà riunito nella nuova sede istituzionale, ancora incompiuta, sull'area IV novembre: saranno invitati i parlamentari della Brianza, i consiglieri regionali, i 55 sindaci e i cittadini
MONZA – Potrebbe essere l’ultimo consiglio della Provincia di Monza e Brianza. Oppure il primo nella nuova sede istituzionale, ancora in costruzione sull’area dove sorgeva l’ex caserma IV novembre. Un fatto è certo: il vertice che il presidente Dario Allevi e il suo vice Angelo De Biasio hanno indetto sabato 1 dicembre ha un alto valore simbolico. Se non altro per il luogo dove avverrà: il cantiere ancora aperto sull’area IV novembre: simbolo della Provincia che sta nascendo. Ma anche di una «casa comune» che – a lungo sognata – rischia di restare una delle tante eterne incompiute all’italiana. L’assise sarà riunita 48 ore prima che scadano i termini per presentare gli emendamenti al Decreto Legge anti-provincia del Governo Monti in commissione Affari Istituzionali.
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IL «POPOLO DELLA PROVINCIA» - Tra muri grezzi e tetti da completare, in un cantiere tuttora aperto dove sono al lavoro squadre di muratori, elettricisti, carpentieri, ingegneri e architetti, Allevi e De Biasio hanno invitato i parlamentari della Brianza e Roma, i consiglieri regionali, i 55 sindaci della Brianza. La speranza è che giunga anche «il popolo della Provincia»: quella parte di cittadini – certo una minoranza, ma una minoranza rumorosa – che non vuole che la Provincia MB scompaia e non è certo entusiasta che la Brianza finisca inghiottita nell’area metropolitana milanese, fino a diventare un insignificante puntino nella «città infinita».
RIFLETTORI PUNTATI - «E’ un momento pensato per puntare i riflettori sulla Provincia MB. Sarà possibile ammirare – ha spiegato Allevi – quale sia il grado di efficienza della Provincia di Monza e Brianza: non un ente inutile e spendaccione, ma un’istituzione che è stato capace di completare una struttura innovativa. A pochi passi sorge il cantiere della Questura. I cantierI era partito nello stesso momento, eppure l’edificio è completato solo per un terzo». «Non riesco neppure a pensare – gli ha fatto eco De Biasio – che un gioiello costato 22 milioni di euro e pensato per diventare la sede della casa comune dei brianzoli possa cadere in disuso per anni, oppure sia riutilizzata chissà per che cosa».
LE AZIONI PRO BRIANZA - Sono tante le azioni che la Provincia MB sta intraprendendo per salvare l’istituzione brianzola: un’assemblea dei sindaci che si è riunita e ha votato all’unanimità un documento di sostegno alla sopravvivenza della provincia; un tavolo della Brianza con tutti gli attori istituzionali locali per accertare quanto possono essere ancora ampi gli spazi di manovra in un percorso che si annuncia in salita; un incontro con il ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi per chiedere lo stop alla cancellazione della Provincia MB. Il ministro tra l’altro sarà invitato al consiglio provinciale aperto del 1 dicembre.
L’obiettivo di Allevi e De Biasio è di bloccare la conversione in Legge dell’iter di annullamento delle provincie o almeno di ottenere che la Brianza sia cancellata dalla cartina geografica con un processo di revisione costituzionale e non con un Decreto Legge: «Gli emendamenti che stanno giungendo da tutta Italia sono sempre più numerosi. Il governo sta lavorando male: tra l’altro, il risparmio dello Stato sarà più contenuto di quanto è costata la sede istituzionale di piazza IV novembre».
Ma il tentativo si preannuncia come una corsa contro il tempo: il Governo sta tagliando sempre di più le risorse agli enti locali. Così, se anche la Provincia MB non sarà cancellata sul piano istituzionale, sarà «soffocata» dalla privazione di risorse economiche.