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Tramonta il sogno di costruire in Brianza «Milano 4»

L'ex premier Berlusconi teneva così tanto a quell'operazione che mandò a Monza un ex ministro: il fidato Paolo Romani. Ma ora la Cascinazza resterà "verde"

MONZA - Bocciata dalla Regione. Bocciata dalla Provincia MB. Non ha mai avuto vita facile la variante al Pgt voluta dall’ex sindaco Marco Mariani. L’operazione da quattro milioni di metri cubi era costata mesi di roventi polemiche. Dopo aver subito due «squalifiche», la giunta di Monza era riuscita a farla approvare a pochi giorni dal voto, con una robusta cura dimagrante: meno 600mila metri cubi di cemento, 3600 abitanti in meno.

Ma ora i nuovi inquilini del comune hanno messo definitivamente la parola fine a un documento urbanistico nato male. E finito peggio. E pensare che l’ex premier Berlusconi teneva tantissimo a questa operazione. Per curarla al meglio aveva destinato a Monza un ex ministro: Paolo Romani.

In versione «light», la variante al Pgt ridisegnava lo sviluppo di Monza attraverso la realizzazione di sei poli tematici sulle grandi aree agricole a cintura della città per un totale di 1,6 milioni di metri quadrati e di 38 ambiti su altrettante aree minori per ulteriori 1,4 milioni di metri quadrati. Circa il 70 per cento delle aree prese in considerazione erano libere. Nella versione originale del piano erano previste edificazioni residenziali in grado di far crescere di 20.600 abitanti la città e volumi stimati in circa 3,5 milioni di metri cubi tra residenziale, terziario e produttivo. La cura dimagrante aveva imposto un taglio alle volumetrie tra il 10 e il 30 per cento: 600mila metri cubi in meno.

La variante al Pgt prevedeva un’edificazione massiccia sul terreno della Cascinazza, acquistato da Paolo Berlusconi. A prendere la decisione era stato lo stesso Silvio Berlusconi che sognava di costruire in Brianza «Milano 4». E aveva scelto di mandare il fidato Paolo Romani a Monza per chiudere definitivamente l’annosa vicenda, come già aveva fatto nel 2007 quando l’aveva spedito come assessore all’Urbanistica. Un’operazione immobiliare favolosa: un terreno acquistato come agricolo che diventava edificabile grazie a una variante urbanistica.

Ma ora, trent’anni di tentativi di far diventare edificabile il terreno sono stati archiviati con un colpo di spugna. E, almeno per il momento, dove ora c’è la Cascinazza sembra proprio che resterà ancora il prato.

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