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Monza e Varese alleate contro il riordino: "Niente cambi"

I rumours vogliono un ritorno di Monza con Milano nella città metropolitana. Così Scanagatti prende la penna per la seconda volta in poche ore, e si trascina il collega Fontana: "Tutto com'è ora o maxiprovincia policentrica"

MONZA - Sono le ore del tutto per tutto. Per le formalità, ripassare un'altra volta. I sindaci Monza e Varese, città che avevano sfiorato l'incidente diplomatico nella riunione del CAL  del 2 ottobre dopo la richiesta di deroga per il capoluogo brianzolo ("Allora chiedo la deroga anch'io!" aveva tuonato il sindaco insubre Fontana dopo l'accordo in extremis tra Como e Monza), hanno scritto una lettera congiunta al ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi. Obiettivo, riconfermare l'attuale assetto tout court. O, in alternativa, portare avanti l'idea di una "provincia policentrica che oltre al capoluogo Monza, veda una distribuzione sul territorio delle diverse funzioni". In merito, affermano i primi cittadini,  sarebbe già stato avviato un "proficuo dialogo".

LA LETTERA DEI SINDACI DI MONZA E VARESE

LE RAGIONI DELLA FRETTA -  I rumours di questa mattina a Consiglio dei Ministri ancora in corso spingono verso un rientro di Monza nella città metropolitana di Milano; per arrivare a questo, sarebbe però necessario modificare il testo della norma, che prevede la solo possibilità di uscire dalle aree metropolitane, e che queste ultime coincidano con i confini del territorio provinciale. Un'idea sui cui si era espresso lunedì anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Ce n'è anche per lui: "L'iniziativa sostenuta da Formigoni volta a includere la provincia di Monza e Brianza nella città metropolitana milanese, escludendola dalla nuova provincia con Como e Varese, non incontra il consenso né di Monza né di Varese".

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