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Crisi in Ucraina: Ceriano Laghetto si schiera con Putin

Votato un ordine del giorno contro le sanzioni inflitte alla Russia. Ma nel testo anche accuse pesanti (e non sempre motivate) ai "golpisti" ucraini

Il consiglio comunale di Ceriano Laghetto (Monza-Brianza) prende posizione a favore della Russia nella crisi in Ucraina. E' stato votato un ordine del giorno presentato dalla consigliera comunale Marina Milanese per dissociarsi dalle sanzioni comminate dall'Europa (e da altri Paesi) contro la Russia, in seguito alle ingerenze di Vladimir Putin negli affari interni del Paese ucraino, indipendente da Mosca fin dal 1991. La Russia è infatti palesemente coinvolta nell'appoggio agli insorti delle due regioni di Donetsk e Lugansk. Addirittura, il già ex premier dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Aleksander Borodai, è cittadino russo.

Come è noto, alle sanzioni occidentali Putin ha risposto con un embargo sui prodotti agricoli, andando a colpire direttamente i piccoli e medi imprenditori europei del settore. L'embargo russo ha creato malumori politici soprattutto nell'ambito del centro-destra italiano, proprio perché l'escalation di sanzioni rischia di minare l'amicizia tra Italia e Russia. In questo filone si inserisce l'ordine del giorno presentato da Marina Milanese, nata peraltro a Mariupol, nella regione di Donetsk in Ucraina, vicino al confine con la Russia, dove i separatisti hanno violato la tregua più volte a settembre.

Nel testo dell'ordine del giorno si legge tra l'altro che il cambio di governo a Kiev, in seguito ai tragici fatti di Maidan (più di cento morti ad opera di cecchini a febbraio in due giorni), sarebbe stato un "sostanziale colpo di stato" con cui è stato "deposto il governo legittimo dell'Ucraina" (in realtà il presidente in carica Viktor Yanukovich si era reso irreperibile, pertanto secondo la Costituzione poteva essere deposto per ragioni di salute).

Si richiamano poi i (discussi) referendum in Crimea (tenutosi senza rispettare il procedimento previsto dalla Costituzione ucraina e, peraltro, come successivamente ammesso da Putin, con la presenza di militari russi nel territorio della penisola, in quel momento ufficialmente ucraina) ma anche nelle regioni di Donetsk e Lugansk, per affermare che le "zone ricche di risorse naturali ed industriali e prevalentemente russofone non si sono riconosciute nel governo golpista". Si parla infine di "persecuizioni violente" e di una "potente campagna di disinformazione".

Recentemente, in regione Lombardia, la Lega Nord e il gruppo Maroni Presidente avevano presentato due mozioni sempre sullo stesso argomento e filone.

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