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Seregno nella bufera: Gioffrè non si dimette, Giunta in bilico

L'ex capogruppo Pdl non si dimette, il sindaco e l'amministrazione comunale in bilico: possibile un nuovo caso Desio. "Mi sento tradito dal Pdl e dalla Lega, che mi avevano assicurato il loro appoggio". E fonda un proprio gruppo in Aula

SEREGNO – Dopo il caso di Desio, anche Seregno – più di 43mila abitanti, la terza città della Brianza - potrebbe presto essere costretta ad «azzerare» la Giunta di centrodestra a causa delle polemiche provocate dagli «incontri ravvicinati» tra alcuni esponenti del consiglio comunale e la ‘ndrangheta. A provocare la caduta – con oltre due anni d’anticipo – della Giunta Mariani potrebbe essere il caso Gioffré: il capogruppo del Pdl cui i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano attribuiscono atteggiamenti «al limite della connivenza» con la criminalità organizzata.

CONSIGLIO INFUOCATO  - Martedì sera, al termine di un consiglio comunale tellurico, l’amministrazione guidata dal sindaco Giacinto Mariani (Lega Nord) è apparsa a un passo dall’agonia. E ormai incapace – indebolita com’è - di affrontare appuntamenti cruciali come l’approvazione del Pgt, in programma a dicembre. Espulso dal Pdl, inviso alla Lega Nord, Francesco Gioffré non ha manifestato alcuna intenzione di dimettersi. Non solo: dopo un lungo intervento in sua autodifesa, il consigliere ha fondato un nuovo gruppo: gli «Indipendenti di destra». Un nuovo soggetto politico cucito su misura per se stesso.
La decisione ha fatto andare su tutte le furie i consiglieri di centrodestra: Pdl e in particolare Lega Nord avevano più volte intimato all’ex capogruppo pidiellino di dimettersi. Entrambi i gruppi politici di centrodestra – in segno di protesta – hanno abbandonato l’aula. E anche il Pd nei giorni scorsi aveva presentato un documento scritto nel quale sottolineava l’urgenza che Gioffré facesse un passo indietro. Indignati, i consiglieri del Carroccio hanno abbandonato l’aula.

«TRADITO DAL PDL» - Ma nulla sembra scuotere Francesco Gioffré. Anzi: il consigliere del Pdl si è lanciato in una appassionata autodifesa di se stesso: «Sono una persona onesta – ha assicurato -. Ho sempre lavorato in modo corretto. Mi sento tradito da Pdl e Lega, che mi avevano assicurato il loro appoggio». Gli altri partiti della coalizione di centrodestra pare che la pensino in un modo un po’ diverso. Il Pdl ha chiesto e ottenuto che Gioffré uscisse dal partito. Quanto alla Lega Nord: pur di ottenere le dimissioni di Gioffré, è disposta ad andare a casa, mandando in pensione anticipata il leghista Giacinto Mariani (con il quale però il Carroccio locale da tempo pare ai ferri corti).

CONCILIARE GLI OPPOSTI - In una cosa Francesco Gioffré ha avuto successo: è riuscito a convincere tutti i partiti a pronunciarsi all’unanimità per le sue dimissioni: «Gioffré deve fare solo una cosa – hanno scandito all’unisono Federazione della sinistra e Partito democratico -: Andarsene». Piergiorgio Borgonovo, capogruppo Udc, ha evidenziato «divergenze di vedute tra Lega Nord e Popolo della libertà difficilmente sanabili». «La città ha bisogno di uomini onesti» ha commentato il leghista Roberto Trezzi. A tirare le fila, alla fine, è stato il sindaco, Giacinto Mariani: «Sul caso Gioffré, non possiamo permetterci di indugiare ancora». Traduzione dal dialetto «politichese»: Gioffré deve andare a casa. Anche perchè la prossima partita che la Giunta deve giocare è di quelle che attirano appetiti di ogni sorta: il Piano di Governo del Territorio. E su questo, in un territorio come la Brianza, sarebbe meglio non lasciare ombre.
 

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