Monza non avrà la stanza "salvavita" per i tossicodipendenti: non passa la mozione di Piffer
Solo sette i consiglieri comunali che hanno votato a favore. Le stanze "del buco" sono quasi 90 in tutta Europa
Non è passata in consiglio comunale la mozione sulle "stanze salvavita" per i tossicodipendenti proposta dall'esponente di Civicamente Paolo Piffer. La proposta era già stata bocciata durante la precedente consiliatura, a maggioranza di centrosinistra. Alla base della mozione l'idea di aprire uno spazio in cui i tossicodipendenti possano assumere le sostanze in maniera protetta e sicura, anziché in condizioni di precarietà sia fisica sia sanitaria.
Su 28 presenti, i favorevoli sono stati 7, i contrari 19, gli astenuti 2. I favorevoli, oltre allo stesso Piffer, sono i due consiglieri del Movimento 5 Stelle Aurelio Camporeale e Giovanni Sindoni, due consiglieri di Noi con Allevi (Nicolas Monguzzi e Marco Negrini) e due consiglieri della Lega (Laura Capra e Roberto Canesi). Gli astenuti sono due esponenti del Pd, Egidio Riva e Francesca Pontani. Così come quattro assenti su cinque sono del Pd (il quinto è il sindaco): Cherubina Bertola, Marco Lamperti, Roberto Scanagatti e Pietro Zonca.
Nelle stanze infatti sarebbe stato previsto un presidio sanitario fisso oltre che servizi di assistenza e naturalmente tutta la strumentazione sterile. Non si tratta di una novità assoluta: in altri Paesi, in primis la Svizzera (ma non solo), la cosa è stata già sperimentata da molti anni. La prima aprì in Svizzera nel 1986, a Berna. Secondo dati del 2016, in sette Paesi europei ci sono 87 stanze del buco, di cui 31 in Olanda, 24 in Germania, 12 in Svizzera, 12 in Spagna, 5 in Danimarca, una in Norvegia, Lussemburgo e Francia (quest'ultima a Parigi).
La stanza del buco di Parigi
A Milano ci provò Marco Cappato, consigliere comunale radicale, nel 2012, con una proposta di delibera d'iniziativa popolare, e poi nel 2014, con una mozione sottoscritta anche da due consiglieri di Sel, una di Rifondazione e una del Pd. Ma senza successo.
"Tengo molto a questa mozione", aveva dichiarato Piffer prima della votazione, "non solo perché tratta di un tema che a me, e non solo a me, sta a cuore, non solo perché sono convinto che si debba intervenire in modo più deciso ed efficace per evitare che Monza diventi una 'Rogoredo' brianzola, c’è anche altro in gioco".