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Lo studio

Tumore e gravidanza: la nuova scoperta grazie allo studio in collaborazione con il San Gerardo

Uno studio internazionale conferma che la gravidanza è sicura per le malate di tumore con mutazioni dei geni Brca. A partecipare 78 centri in tutto il mondo, tra cui la Fondazione Ircss San Gerardo dei Tintori

Diventare madri dopo una diagnosi di cancro al seno non è pericoloso. Anche se il cancro è stato dovuto a mutazioni dei geni Brca.

È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista medica Jama e presentato allo scorso San Antonio Breast Cancer Symposium, il più importante congresso internazionale sul cancro al seno. I risultati hanno infatti dimostrato che donne, con mutazioni dei geni Brca e che hanno avuto un tumore della mammella, possono con sicurezza avere gravidanze.

Lo studio, coordinato da Matteo Lambertini dell’università di Genova, ha coinvolto diversi centri nel mondo, tra cui la Fondazione Ircss San Gerardo dei Tintori di Monza. E in particolare la Clinica di Ginecologia diretta dal professor Febio Landoni.

I risultati dello studio

Le mutazioni dei geni Brca 1 e Brca 2 (dove Br sta per breast 'seno', e ca per cancer, 'cancro') sono fattori di rischio per il tumore del seno e delle ovaie: chi le possiede ha cioè maggiori probabilità di sviluppare un tumore del seno e delle ovaie. Celebre è il caso dell’attrice Angelina Jolie che ha affrontato una mastectomia preventiva proprio in quanto portatrice di queste mutazioni.

Nel nuovo studio sono state analizzate le informazioni di 4.732 donne con un'età media di 35 anni, tra quali quali una su cinque è rimasta incinta entro 10 anni dalla diagnosi di tumore al seno e con un tempo medio di concepimento di 3 anni e mezzo. I dati conclusivi hanno dimostrato la fattibilità e la sicurezza di una gravidanza in queste donne, con tassi di complicazioni o rischi di malformazioni fetali in linea con quelli della popolazione generale. Inoltre, non è stato riscontrato alcun aumento della probabilità di ricomparsa del tumore in queste pazienti. In generale, la gravidanza dopo un tumore al seno è stata dunque riconosciuta come sicura anche se ci sono state preoccupazioni sulla sicurezza materna e fetale del concepimento principalmente legate all'aumento degli ormoni durante la gravidanza e al rischio di recidiva del tumore.

Tuttavia, i risultati di questo studio hanno smentito queste preoccupazioni, dimostrando che gli ormoni della gravidanza non hanno un impatto negativo sull'outcome oncologico delle donne con mutazioni dei geni Brca.

Soddisfazione all'Ircss San Gerardo 

"I risultati di questo studio consentono invece di sfatare il mito che gli ormoni della gravidanza possano avere un impatto negativo sull’outcome oncologico di queste giovani donne», ha commentato Robert Fruscio, professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano -Bicocca, principal investigator per il centro monzese - Possiamo finalmente fornire rassicurazioni sul fatto che, dopo un’adeguata cura del carcinoma della mammella e un appropriato periodo di osservazione, la gravidanza non dovrebbe più essere sconsigliata a queste donne".

"Siamo molto soddisfatti di aver contribuito in maniera significativa a questo studio, che consente di fare un deciso passo avanti nella cura delle donne portatrici di mutazioni dei geni Brca, e orgogliosi di essere diventati negli anni centro di riferimento per la prevenzione dei tumori ginecologici in donne con aumentato rischio genetico - ha aggiunto Fabio Landoni, direttore della Clinica di Ginecologia della Fondazione Ircss San Gerardo dei Tintori e professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca - Il lavoro appena pubblicato è uno splendido esempio di come la ricerca condotta in maniera rigorosa possa avere un impatto immediato e pratico sulla clinica".

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