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Cori razzisti, polemica su mancata chiusura della curva del Monza

La Figc pensa di impugnare la sentenza con cui il giudice sportivo ha "graziato" la curva comminando soltanto una multa da 9mila euro alla società

Se il presidente Armstrong è deluso dai cori razzzisti di Monza-Rimini, proprio lui che aveva voluto rinunciare a uno sponsor per far stampare sulle maglie la scritta "Stop Racism", e se il sindaco Scanagatti pensa che bisognerebbe far pagare ai tifosi colpevoli la multa da novemila euro che l'Ac Monza Brianza ha ricevuto dal giudice sportivo dopo i fatti di Monza-Rimini, potrebbe esserci un colpo di scena.

La curva potrebbe infatti non essere "graziata", come deciso invece dal giudice sportivo. Secondo la Figc si creerebbe un pericoloso precedente rispetto ad altri casi già avvenuti, come la curva del Milan dopo i cori contro i napoletani e Napoli.

Ma cosa dicono le nuove norme approvate tra giugno e agosto 2013? A leggerle sembrerebbe in effetti che la curva del Monza sia condannata a un turno di "riposo", cioè di chiusura. Vediamo perché.

L'articolo 11 del codice di giustizia sportiva è quello che tratta di comportamenti discriminatori. Secondo la modifica di giugno, le offese e gli insulti razzisti (equiparati a quelli per motivi di religione, lingua, sesso, nazionalità e altro) vengono punite anche le società, in caso di prima violazione con la "sanzione minima", cioè (articolo 18, lettera e) "l'obbligo di disputare una o più gare con uno o più settori privi di spettatori".

E il nuovo articolo 13 (con la modifica di agosto) esclude l'11 tra i casi nei quali la società non risponde se ha adottato le contromisure e ha collaborato con le forze dell'ordine.

In altri termini: la società è colpevole dei cori razzisti dei suoi tifosi e viene punita inizialmente con la chiusura della curva per un turno, e a nulla serve che abbia dimostrato di essere estranea alle discriminazioni e abbia collaborato con carabinieri e polizia. Secondo questa analisi, non basta che la società abbia mostrato "fattiva collaborazione" (come ha scritto il giudice sportivo) per lasciare aperto il settore degli ultras. Ora la parola passa alla giustizia federale.

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