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Lascia Elisa Santoni, la storia da favola della "farfalla" che rinasce

La 25enne atleta più volte campione del mondo lascia lo sport agonistico: nata a Roma, si è trasferita giovanissima a Desio per allenarsi al centro tecnico federale. Una storia da film

DESIO - Lo sport italiano da oggi è più povero. Con un'esibizione come sempre travolgente e segnata dall'emozione ha infatti chiuso con le gare una delle azzurre più brave e vittoriose: Elisa Santoni, pluricampionessa di ginnastica ritmica, vincitrice di 9 coppe del mondo, quattro titoli mondiali, due medaglie olimpiche, è scesa ieri in pedana per l'ultima volta in forma ufficiale al palasport Flaminio di Roma. Un'ultima gara non competitiva,  una festa per una grande atleta che chiude con lo sport mentre si trova all'apice della carriera, e alla vigilia del suo venticinquesimo compleanno che cade domani. Per l'addio allo sport agonistico di Elisa, c'erano le compagne della squadra nazionale olimpica, lo staff azzurro, e una marea di ragazzine che praticano la ritmica nella capitale.

LA MALATTIA E LE CURE - La storia di Elisa è di quelle da libro dei sogni. Nata nel quartiere Labaro di Roma, aveva 8 anni quando cominciò a praticare la ginnastica. Subito arrivano i guai. Dopo i primi allenamenti, infatti, scoprì di avere un serio disturbo al cuore, che le impediva qualunque attività sportiva. Seguirono spavento e lacrime, e cure impegnative, un intervento chirurgico e un lungo periodo di riabilitazione. Poi il coraggioso ritorno alle gare, la grinta di una ragazzina che voleva dimostrare di potercela fare nonostante la cicatrice di quella malattia. Il talento di Elisa ha fatto il resto e a dodici anni si è ritrovata catalputata nella nazionale.

IL TRASFERIMENTO A DESIO - La vita di un'atleta non è mai come spesso la si immagina fuori. I primi successi portarono orgoglio e medaglie, ma anche un'altra difficile e coraggiosa scelta: lasciare a dodici anni Roma e la famiglia e gli amichetti, per trasferirsi a Desio dove vivono e si allenano in comunità le ragazze della nazionale. Al centro federale di Desio furono tempi di paure, pianti e nostalgie, ma anche di passione e tenacia, otto ore al giorno di allenamento, le serate dedicato allo studio, le visite della famiglia, zero vita sociale.

I PRIMI RISULTATI  E GLI ORI MONDIALI - I duri allenamenti, i sacrifici e la passione per la ginnastica portano risultato, e Elisa comincia a ottenere buoni risultati nelle competizioni europee e internazionali. La consacrazione avviene nel 2007, quando Elisa conquista il primo titolo mondiale, a Baku. Nel 2009, 2010 e 2011 il 'triplete' mondiale a Mie, Mosca e Montpellier. In mezzo l'argento olimpico ad Atene 2004, la delusione di Pechino 2008 quando la giuria penalizza le farfalle azzurre lasciandole fuori dal podio per favorire la squadra dei padroni di casa.

LONDRA 2012 - La rivincita a Londra 2012, con un bronzo che sarebbe stato qualcosa di più se non fosse stato per un errore banalissimo, unico neo di una prova ardita e spettacolare applaudita pure dalle avversarie. In tutti questi anni Elisa è rimasta la ragazza semplice che era, ha scelto di dedicarsi solo allo sport, e dire che la sua bellezza sfolgorante insieme alla fama sportiva potrebbero fare di lei un personaggio da copertina. Invece ha scelto la sobrietà, niente vita mondana, allenamenti durissimi, niente scandali veri o finti, un fidanzato ufficiale, sempre lo stesso, il legame fortissimo con la famiglia.

LA SECONDA VITA - Domenica Elisa Santoni ha detto addio alle gare davanti a un pubblico composto da giovanissime atlete adoranti, che la amano, perché è partita dal nulla e ha superato tante difficoltà per affermarsi in uno sport tanto difficile ed elegante. La vedono come una di loro, sognano di diventare come lei. In questi anni Elisa ha gareggiato per la squadra sportiva dell'Aeronautica Militare, ma il suo futuro è nella ginnastica e nello sport. Tra una gara e l'altra si è iscritta alla facoltà di scienze motorie, ed è dallo sport, anzi proprio dalla ginnastica ritmica che quasi certamente Elisa comincerà a 25 anni la sua seconda vita. Lei non chiude le porte a nulla: "il futuro è da costruire - dice - Per ora mi prendo un bel periodo di riposo, a Roma, con la mia famiglia. Poi, con calma si vedra".

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