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3 marzo. Giornata mondiale della natura selvatica 2021: riflessioni e proposte didattiche per le scuole di Monza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, il 3 marzo intende celebrare l’VIII Giornata mondiale della natura selvatica (World Wildlife Day). Quest’anno il tema è "Foreste e mezzi di sussistenza: sostegno delle persone e del pianeta". La ricorrenza è stata proclamata il 20 dicembre 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA). La data scelta sta ad indicare la firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) avvenuta a Washington il 3 marzo del 1973. Sottolineare l’importanza della tutela ambientale sembra quasi superfluo e si assiste a una sorta di assuefazione rispetto alle tematiche in questione; purtroppo invece si è drammaticamente lontani dall’aver centrato alcuni obiettivi necessari per preservare il nostro ecosistema (https://www.lifegate.it/distruzione-foreste-incontaminate-dal-duemila). Le pandemie in corso negli ultimi cinquant’anni, come evidenziano i rapporti del WWF (https://www.wwf.it/news/?52760/Le-foreste-sono-il-nostro-antivirus-ma-le-stiamo-distruggendo) e del Joint Research Centre della Commissione Europea (World Atlas Of Desertification, link: https://wad.jrc.ec.europa.eu/) sono state determinate dalla violenta rottura dei delicati equilibri biologici da parte dell’uomo, che, deforestando, trasformando violentemente e repentinamente l’habitat di molte creature, addentrandosi nei posti più remoti del pianeta, ha permesso la promiscuità di più specie, fattore che, secondo la scienza, è determinante nella proliferazione di nuove forme batteriche e virali. Per esempio, il tasso di deforestazione in Amazzonia è cresciuto del 30% nell’ultimo anno e tra agosto 2018 e luglio 2019 (https://www.greenpeace.org/italy/storia/6654/amazzonia-deforestazione-record-e-la-piu-alta-degli-ultimi-10-anni/), con conseguenze drammatiche sulla qualità della vita di ognuno. “Tutti noi dipendiamo da ecosistemi sani per il cibo e l'energia, l'acqua e la biodiversità. Il loro continuo degrado contribuisce al cambiamento climatico e aumenta il rischio di gravi disastri ecologici. La diffusa perdita di funzionalità degli ecosistemi terrestri e acquatici sarà catastrofica per il nostro pianeta e rappresenterà un enorme passo indietro rispetto ai progressi compiuti verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. È tempo di ricostruire ciò che è andato perduto” (https://www.decadeonrestoration.org/) Negli ultimi anni abbiamo constatato alcuni importanti eventi (Accordo di Parigi sul clima; Convenzione sulla diversità biologica e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu; intesa politica per un accordo commerciale tra Unione europea e Mercosur (Free Trade Agreement (FTA) nel luglio del 2019) che hanno cambiato o cambieranno sostanzialmente le prospettive e le dinamiche commerciali tra gli Stati. In Italia sono stati istituiti con il decreto legge “Ministeri” del Governo Draghi (26 febbraio 2021) il Ministero della transizione ecologica (Mite) e il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) con l’obiettivo di coniugare sviluppo economico sostenibile con il rispetto dell’ambiente. Il CNDDU invita i docenti di ogni ordine e grado di Monza a sensibilizzare gli studenti in merito alle tematiche ambientali attraverso la ricerca e lo studio delle piante tipiche locali promuovendone la diffusione. Attualmente in molti comuni italiani si propende per l’inserimento di palme o piante esotiche in sostituzione delle varietà preesistenti; occorrerebbe, a nostro avviso, invece preservare la vegetazione autoctona anche perché non sempre gli alberi “nuovi” si inseriscono nell’habitat territoriale. Il Comitato a tutela degli alberi di Bologna e provincia conduce un’importante attività di salvaguardia delle grandi alberature cittadine. Effettivamente tale patrimonio verde dei centri urbani viene spesso messo a repentaglio da scelte veramente opinabili delle amministrazioni comunali. Gli studenti dovrebbero imparare a conoscere e difendere gli alberi della loro terra in quanto “i grandi alberi nelle città non sono un problema ma sono un servizio al pari delle scuole, dei musei, dell’acqua, dell’aria, di tutti i servizi di cui i cittadini hanno bisogno…” (Lucio Filippucci). Si suggerisce di adottare come mascotte per il sito della scuola una pianta, un albero, un arbusto locale a maggior ragione se a rischio. Tutti coloro che vorranno inviarci le proposte possono scrivere al CNDDU (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com) Gli hashtag proposti sono: #ForesteInMovimento #liberiamoilverde. prof. Romano Pesavento presidente CNDDU

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