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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Andrea il volontario lombardo che è rimasto in Ucraina nel suo rifugio insieme a centinaia di cani

Andrea Cisternino ha creato alle porte di Kiev un rifugio dove sono accolti centinaia di animali randagi

Andrea Cisternino è in Ucraina, e dal suo rifugio dove vive con centinaia di animali randagi, non ha assolutamente intenzione di andarsene. Anche se la guerra è sempre più drammatica e i bombardamenti ormai quotidiani. Ma lui da lì non se ne andrà: lo dice chiaro sulla sua pagina Facebook. 

Andrea, originario di Ponte Lambro in provincia di Como, da anni si è trasferito in Ucraina insieme alla moglie. Ha creato Kj2, un rifugio non lontano da Kiev, dove accoglie e accudisce oltre 453 animali: cani, gatti, cavalli, pecore che ancora prima dello scoppio della guerra erano stati abbandonati. Fin dall'inizio del conflitto Andrea aveva annunciato di non voler abbandonare il suo rifugio e i suoi animali. Non sono stati giorni semplici. Tanti aiuti sono arrivati anche dalla Brianza, dall'Enpa di Monza che ha avviato una raccolta di cibo e di fondi proprio per sostenere Andrea e i suoi animali.

Dal rifugio monzese di via San Damiano sono arrivati costanti aggiornamenti sulla situazione del rifugio gestito dal volontario lombardo. Fino alle preoccopanti notizie degli ultimi giorni che annunciavano la mancanza di acqua. Nel frattempo è stato creato anche un Comitato che sostiene lo straordinario lavoro che Cisternino sta portando avanti, anche in questa situazione di estremo pericolo. 

"Vorrei che sia chiaro che io non lascerò mai i miei animali e il mio rifugio per niente al mondo, per nessuna guerra, ne per nessun ordine di nessuno. Ho fatto tanti sacrifici per creare questo rifugio, ho lottato tanto contro i dog hunter, contro i massacri, l'incendio... e non mollerò sicuramente adesso per una guerra che non mi appartiene", si legge sulla pagina Facebook di Cisternino. Un messaggio pubblicato proprio nella giornata di oggi, mercoledì 23 marzo, per tranquillizzare parenti e amici, ma soprattutto per ribadire la sua missione al fianco degli animali. Ma non solo. 

"Rimango, sia chiaro, non solo per gli animali, ma anche per le quattro persone che sono qui con me, per tutelarle e per proteggerle e cercare, come posso, di tener loro alto lo spirito, perché per me non c'è distinzione fra animali e umani - prosegue il volontario -. Quando, e spero presto, questa guerra sarà finita, vorrei che rimanesse il messaggio che sto cercando di far passare a tutti voi, che vale la pena lottare per gli animali, anche morire se dovesse mai succedere, perché loro sono esseri senzienti, hanno un cuore, soffrono e sono esattamente come noi... e vorrei tanto che rifletteste sugli allevamenti, intensivi e non, sul loro dolore e sulle loro paure, che sono come le nostre! Voglio che questa mia esperienza si trasformi in un messaggio di consapevolezza e di empatia verso i nostri fratelli". 

Intanto sul sito di Enpa Monza viene riportato il comunicato della Farnesina in merito alla vicenda e agli aiuti al connazionale che ha salvato (e continua a salvare) centinaia di randagi. "La Farnesina segue con la massima attenzione la situazione del connazionale Andrea Cisternino, che gestisce un centro per la protezione degli animali abbandonati vicino a Kiev. In particolare, nel contesto delle attività in corso per assistere gli italiani che ancora si trovano in Ucraina, l’Unità di Crisi, in raccordo con l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, si è attivata per facilitare, tramite contatti con le Autorità locali, l’arrivo di cibo e medicinali veterinari. Il “Rifugio Italia Kj2” di Kiev, fin dalla sua apertura, 10 anni fa, è in contatto con la nostra Ambasciata, che ne riconosce le attività e che, negli anni, ha sostenuto nei rapporti con le autorità locali. La struttura, a nord di Kiev, si trova ora sulla direttrice delle forze armate russe provenienti da nord. L’Ambasciatore Zazo aveva visitato il centro prima dell’inizio delle ostilità. La possibilità di fare giungere viveri nell’area è legata ad una sospensione dei combattimenti da parte dei belligeranti".

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