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A Monza ancora uno scudetto: trionfano i calciatori dell'Arcobaleno Down

Importante risultato per questi calciatori speciali

La città di Teodolinda di nuovo sul podio. Ancora una volta una vittoria calcistica. Ma questa volta non si tratta dei bagaj di mister Stroppa ma degli straordinari atleti dell'Arcobaleno Down. 

Sabato 25 giugno i giocatori della squadra di calcio monzese - formata da ragazzi con la sindrome di down e altre forme di disabilità mentale - hanno vinto lo scudetto. "I nostri ragazzi del Livello Base vincono di nuovo lo scudetto di categoria, bissando così il successo ottenuto nel 2019, prima della interruzioni forzate a causa della pandemia - si legge sulla pagina Facebook dell'associazione -. La ciliegina sulla torta è l’incoronazione del nostro bomber Roberto Crippa con la Scarpa d’Oro, quale miglior marcatore della rassegna".

Poi il giorno successivo un'altra vittoria: i ragazzi del livello Pre Agonistico hanno inanellato la medaglia di bronzo. Risultati importanti quelli portati a casa dai ragazzi dell'Arcobaleno Down protagonisti ai Campionati Italiani di calcio a 5 organizzati dalla Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali che si sono svolti a Ferrara. Una grandissima vittoria, non solo per i ragazzi, ma per tutto il team, le famiglie, la dirigenza, la presidente Elena Altobrando Rapicavoli che come sempre è al fianco della squadra.

E il pensiero, come sempre, va a Luigi (per gli amici Gino) Rapicavoli fondatore dell'Arcobaleno Down e prematuramente scomparso. Lui che, poliziotto di Monza, dopo una partita di calcio insieme ai colleghi durante la cena in pizzeria incontrò Davide e Matteo due ragazzi con la sindrome di Down. I giovani si avvicinarono a quegli agenti fuori servizio affascinati da quel borsone. E con fare timido ma deciso confidarono a Gino Rapicavoli che anche loro amavano il calcio e che avrebbero voluto giocare. Era il 1995 quando il sogno di Davide e Matteo è diventato realtà: Gino Rapicavoli, grazie all'aiuto di alcuni amici, ha dato vita all'associazione Arcobaleno Down. Una vera e propria famiglia, che con la scusa del pallone faceva uscire, divertire e socializzare i ragazzi con la sindrome di Down e altre disabilità mentali. Ragazzi che sotto la guida severa ma paterna di Gino hanno raggiunto importanti risultati e ancora oggi, a molti anni dalla sua scomparsa, continuano a custodirne il ricordo e a gioire ricordandolo ogni volta che fanno gol. 

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