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Arengario non accessibile ai disabili: Ledha chiede al Comune l'ammissione della discriminazione (ma non solo)

L'associazione per i diritti delle persone con disabilità ha trascinato il Comune in Tribunale

Arengario non accessibile alle persone con disabilità: la vicenda finisce in tribunale. E dalle aule del palazzo di giustizia di Monza è arrivato nei giorni scorsi alle controparti l'invito alla mediazione.

La Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) e la Ledha Monza e Brianza, come si legge sul sito dell'associazione, chiedono al Comune di Monza tre condizioni: la sottoscrizione di un accordo pubblico in cui le parti (associazione e Comune) riconoscono l’avvenuta  discriminazione ai danni di tutte le persone con disabilità; la futura e costante collaborazione per il superamento delle barriere architettoniche che pregiudicano l’accesso all’Arengario di Monza alle persone con disabilità motoria, attraverso l’elaborazione di un piano ad hoc e coinvolgendo anche le associazioni di persone con disabilità del territorio. Infine l’impegno a non utilizzare l’Arengario per eventi espositivi o di altra natura fino a quando la struttura non sarà accessibile a tutti. 

La Ledha punta il dito soprattutto sul perdurare dell'inaccesibilità dell'Arengario alle persone con disabilità che, per anni, non hanno potuto accedere agli eventi culturali organizzati nello storico edificio. Il problema era stato portato in aula dalla consigliera Francesca Pontani (Italia Viva) che aveva denunciato la non accessibilità della struttura. Poi quasi un anno fa la Giunta ha annunciato il trasferimento degli eventi espositivi e culturali in altre sedi, nell'attesa di rendere l'Arengario accessibile a tutti. 

"Per quanto riguarda la proposta economica avanzata dal Comune di Monza, Ledha ha invece accettato l’offerta ma ha ritenuto giusto e doveroso chiedere, oltre alla copertura delle spese legali sostenute per l’assistenza giudiziale davanti al Tribunale, anche un equo indennizzo che tenga conto dei due anni di lavoro svolto dai propri operatori, nonché del pregiudizio subito alla stessa mission dell’associazione”, si legge sul sito dell'associazione.

Sulla vicenda dell'accesibilità dell'Arengario era intervenuto anche il consigliere Paolo Piffer (Civicamente), attraverso una proposta dell'architetto monzese Andrea Ferretti esperto in barriere architettoniche. "Attraverso il consigliere Piffer ho proposto la donazione immediata di un montascale mobile che non richiede alcuna installazione - aveva spiegato Ferretti -. Purtroppo non consente la piena autonomia della persona con disabilità poichè necessita della presenza di un assistente; ma quantomeno in via temporanea risolve il problema. Almeno fino a quando non verrà realizzato l'intervento definitivo". Ferretti è ben consapevole che la soluzione del montascale non consente l'autonomia della persone disabile, ma nell'attesa della risoluzione definitiva del problema, con un progetto strutturato, consente l'accesso e la fruizione alle mostre anche alle persone diversamente abili. 

L'assessore alla Cultura Massimiliano Longo aveva annunciato un progetto condiviso anche dalla Sopraintendenza per l'abbittimento delle barriere architettoniche. Un progetto che, secondo il cronoprogramma, avrebbe dovuto ultimarsi entro la fine del 2021. Ma ad oggi l'Arengario non è accessibile a tutti.

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