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A Monza non si vive male, decima nella classifica sulla Qualità della Vita

Dalla posizione 15 alla 10

A Monza non si vive poi così male. E nella classifica annuale sulla qualità della vita realizzata da Italia Oggi insieme all'Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, Monza e la Brianza si collocano al decimo posto. Con una scalata di cinque posizioni rispetto allo scorso anno, dove occupava il 15esimo posto. 

Al primo posto Parma che divide il podio con Trento e Bolzano. Seguono Bologna, Milano, Firenze, Trieste, Verona e Pordenone. Tra le province che perdono maggiori posizioni invece Como, L’Aquila, Belluno, Udine, Varese, Rovigo, Prato, Benevento, Fermo, Rieti e Nuoro.

Tra le province che perdono maggiori posizioni troviamo infatti Como, L’Aquila, Belluno, Udine, Varese, Rovigo, Prato, Benevento, Fermo, Rieti e Nuoro. Le grandi città del Nord, dunque, scalano la classifica della qualità della vita 2021Il motivo di questo sconvolgimento è duplice: da una parte le metropoli hanno dimostrato di saper affrontare meglio la pandemia da Covid-19, tanto che, pur essendo state nel 2020 penalizzate da questa emergenza, nel 2021 hanno saputo riprendersi con maggior rapidità, dimostrando una resilienza più accentuata rispetto a quella dei centri di minori dimensioni.

Il secondo motivo è metodologico: ci si è accorti, riporta il quotidiano Italia Oggi, che la classifica degli anni scorsi finiva per sovrappesare un indicatore, quello della popolazione (che contiene le classifiche di densità demografica, emigranti, morti in percentuale, immigrati, istruzione, nati vivi in percentuale, e numero medio dei componenti della famiglia) rispetto a tutti gli altri e si è deciso quindi di ridimensionarlo attribuendogli un peso uguale o di poco superiore ad Affari e lavoro, Ambiente, Sicurezza, Salute, Tempo libero e Reddito: probabilmente anche questo ha contributo a migliorare la posizione dei grandi centri rispetto ai piccoli.

Rimane invece costante, anzi si accentua, la distanza tra le province del Nord e quelle del Mezzogiorno. Basti pensare che tra le realtà del Centro-Sud solo Perugia, Macerata, Ascoli Piceno, Ancona, Terni, Grosseto e Fermo sono nella prima metà della classifica, mentre solo dieci province del Nord sono nella metà inferiore: Vercelli, Rovigo, Prato, Rimini, Como, Asti, La Spezia, Imperia, Pistoia e Alessandria. Un discorso a parte meriterebbe Roma, unica tra le grandi città ad essere fuori dal gruppo uno (quelle dei migliori) e a non guadagnare posizioni, perdendone anzi quattro (passa dal 50 al 54esimo posto).

"A questo punto il problema di fondo del Paese è probabilmente quello di capire come sia possibile gestire al meglio i fondi del Pnrr di fronte ad un Mezzogiorno sostanzialmente incapace di reagire alla crisi sanitaria, ma anche sociale, politica ed economica che ha investito l’Italia, evitando che queste risorse si disperdano nei soliti mille rivoli di un clientelismo ostile a investimenti e innovazione, mentre le metropoli del Nord hanno già innestato una marcia in più e si preparano a recuperare il terreno perso. Un problema politico, oltre che sociale, dal quale dipenderà il futuro prossimo del Paese", si chiede il giornale.

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