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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

Lombardia ritorna in zona arancione, l'appello di Fontana al governo: "Adesso ristori subito"

Il governatore e i colleghi delle altre regioni in zona arancione scrivono al governo

Pochi giri di parole. E una richiesta chiara e precisa. Attilio Fontana e i governatori delle altre regioni d'Italia che da lunedì torneranno in zona arancione - Veneto, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia - hanno indirizzato nelle scorse ore una lettera al governo italiano per sottolineare la necessità di misure economiche immediate. 

L'obiettivo del presidente lombardo e di Zaia, Bonaccini, Spirlì e Musumeci, è ottenere dall'esecutivo "doverose e puntuali rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione". 

Da lunedì, infatti, saranno aumentate di nuovo le restrizioni a causa dell'emergenza covid, con bar e ristoranti - tra le categorie più "segnate" - che dovranno tornare a chiudere al pubblico, potendo effettuare soltanto servizio da asporto o a domicilio. L'obbligo - hanno rimarcato con forza i governatori a Roma - è evitare "ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite" e "scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre regioni".

Lo scorso venerdì, giorno in cui era stata ufficializzata dal ministero della salute la fascia di rischio arancione per la Lombardia, Fontana aveva già sollevato qualche perplessità. "Ancora una volta voglio ribadire quanto sia necessario porre in essere, su scala nazionale, un modello che vada oltre a valutazioni 'settimanali' e comunque basate sul breve periodo - aveva sottolineato -. Serve un sistema più consolidato, in grado di garantire certezze concrete in ogni ambito, sia produttivo, sia di carattere famigliare, come ad esempio per l'attività scolastica".

"La semplice definizione dei colori e delle relative fasce, basata su valutazione che spesso cambiano con frequenza molto rapida - aveva spiegato Fontana - vanno nella direzione opposta a quello che chiedono i cittadini e le imprese creando solo incertezze e danni economici rilevantissimi".

Lombardia zona rossa? 

E il peggio per la Lombardia potrebbe non essere ancora arrivato. Dal 15 gennaio, quando scade l'ultimo decreto del governo, la regione rischia infatti di ritrovarsi in zona rossa, con divieti e restrizioni ancora più importanti. 

A lasciarlo intendere è stato lo stesso Fontana sabato, durante la presentazione della nuova giunta dopo il rimpasto che ha portato al Pirellone Letizia Moratti al welfare - al posto del silurato Giulio Gallera -, Guido Guidesi allo sviluppo economico e Alessandra Locatelli alle politiche sociali e alla famiglia. 

"Per quanto riguarda la suddivisione delle zone, sono stati modificati i parametri per l'assegnazione delle nuove fasce. Con i nuovi parametri siamo in zona arancione, molto vicini alla zona rossa. Nel senso che con Rt a 1.25 e l'indice di occupazione delle rianimazioni rischiamo di passare in zona rossa, questa è l'attuale situazione", l'amara ammissione del governatore in conferenza stampa. 

Fontana, che è apparso quasi rassegnato, ne ha parlato a proposito della decisione di spostare l'apertura delle scuole, per adesso, al prossimo 25 gennaio: "Dipende da questo peggioramento dei numeri - ha detto - la ragione per la quale abbiamo deciso di rinviare. Io sono sempre stato convinto che si dovessero riaprire le scuole, e consentire le lezioni in presenza, ma - ha continuato - in questo momento la precauzione e l'evoluzione della pandemia devono indurre a una maggiore cautela".

"Abbiamo ritenuto di rinviare di due settimane la riapertura delle scuole. Ci siamo confrontati anche con i sindaci delle città capoluogo, e tutti si sono resi conto di questa necessità. Io ho sempre sostenuto dal primo giorno che c'è l'assoluta necessità di consentire le elezioni in presenza degli studenti, però in questo momento l'evoluzione che sta avendo la pandemia deve indurre a estrema cautela per quanto riguarda il discorso delle scuole. Anche tanti altri presidenti di regione - ha concluso - hanno fatto la scelta di rinviare apertura delle scuole".
 

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