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Martedì, 16 Aprile 2024
Coronavirus

Lombardia fuori dalla zona arancione, Fontana spinge: "Da 3 settimane dati da zona gialla"

Il governatore su Facebook mette pressione al governo: "Tenga conto della reale situazione"

Regione Lombardia alza il pressing sul governo. Venerdì mattina, giorno in cui l'Istituto superiore di sanità pubblicherà i dati che consentiranno poi al ministero di decretare le fasce di rischio per tutta Italia, il governatore Attilio Fontana ha voluto mandare un "avviso" a Roma. 

Il concetto è chiaro: Milano e il resto dei capoluoghi lombardi, secondo il presidente di regione, meritano la zona gialla. "Da tre settimane la Lombardia ha i dati da zona gialla, con tassi di incidenza tra tamponi e positivi fortemente al di sotto della soglia d'allarme dei 250 casi su 100 mila abitanti", ha scritto su Facebook il governatore.

"Ci auguriamo che dopo la settimana ingiustamente passata in zona rossa, oggi il Ministero possa prendere una decisione che tenga conto della reale situazione epidemiologica della nostra regione", ha proseguito, facendo riferimento all'errore nei dati che ha obbligato la Lombardia a una settimana di zona rossa dando vita a una battaglia all'ultimo dato proprio tra il Pirellone e l'Iss. 

L'auspicio di Fontana, quindi, è che da domenica la Lombardia sia in zona gialla, "soprattutto considerando che - ha concluso - i ristori per commercianti e categorie, colpite da chiusure da parte del Governo, non arrivano e sono insufficienti". 

Perché la Lombardia può restare arancione

Il passaggio in zona gialla, però, non è così scontato. Anzi. Il motivo è legato soprattutto a una questione di date. Il Dpcm 14 gennaio ribadisce i criteri per l'assegnazione delle zone.

Il testo della legge

Il Ministro della salute, con frequenza almeno settimanale, secondo il procedimento di cui all’articolo 1, comma 16-bis, del decreto-legge n. 33 del 2020, verifica il permanere dei presupposti di cui ai commi 1 e 2 e provvede all’aggiornamento dell’ordinanza di cui al comma 1, fermo restando che la permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova classificazione.

Le ordinanze di cui ai commi precedenti sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni, salvo che dai risultati del monitoraggio risulti necessaria l'adozione di misure più rigorose, e vengono comunque meno allo scadere del termine di efficacia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla cui base sono adottate, salva la possibilità di reiterazione.

Conformemente a quanto previsto dall’articolo 1, comma 16-ter, del decreto-legge n. 33 del 2020, come introdotto dall’articolo 24, comma 1, del decreto-legge 30 novembre 2020, n. 157, l'accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, effettuato ai sensi dell’articolo 1, comma16-bis, del decreto-legge n. 33 del 2020, come verificato dalla Cabina di regia, comporta l'applicazione, per un ulteriore periodo di 14 giorni, delle misure relative allo scenario immediatamente inferiore, salvo che la Cabina di regia ritenga congruo un periodo inferiore.

Le due interpretazioni

In base a questo principio - o meglio, secondo una prima lettura - sembra che una regione che si trovi in zona arancione ci debba restare finché non abbia dati da zona gialla per due monitoraggi consecutivi. In base a questo la Lombardia, che è passata in arancione dopo il pasticcio zona rossa, dovrebbe spostarsi di zona perché sostanzialmente è finita in arancione con l'ordinanza del 15 gennaio in vigore dal 17 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma c'è un però. Il ministero sembra essere orientato verso una interpretazione diversa: potrebbero volerci tre settimane per tornare dall’arancione al giallo.

Il governo potrebbe intendere che i 14 giorni decorrono dalla prima certificazione di uno stato inferiore a quello che ha portato all’ordinanza restrittiva. Nel caso della Lombardia proprio dal 22 di gennaio. Secondo questa lettura - se i dati si manterranno sullo stesso trend - la zona gialla potrebbe scattare solo settimana prossima, quindi considerando i tempi burocratici da domenica 7 febbraio.

La questione, comunque, è ancora in fase di discussione, la certezza sul cambio (o meno) di fascia di rischio arriverà solo nel pomeriggio. E non è detto che non scateni, ancora una volta, a un acceso scambio di dichiarazioni tra Milano e Roma.

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