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Coronavirus

Lombardia zona rossa fino al 31 gennaio, il governo non fa sconti (ma resta ancora il Tar)

Il ministro della salute esclude misure ridotte a una settimana. La regione aspetta i giudici

Nessuna riduzione, niente sconti. Il governo spegne sul nascere le indiscrezioni su un possibile "addolcimento" delle misure anti covid in Lombardia che volevano la regione fuori dalla zona rossa dopo una sola settimana, caratterizzata - tra l'altro - dal pressing asfissiante dei vertici del Pirellone che hanno più volte chiesto all'esecutivo di rivedere gli scenari di rischio. 

A cancellare le voci ci ha pensato Roberto Speranza, ministro della Salute, che ha chiaramente fatto sapere di non essere disponibile ad accordi e di essere intenzionato ad attenersi semplicemente ed esclusivamente ai documenti tecnici e scientifici. 

Le regole del Cts - che decide le fasce di rischio in base a 21 parametri - stabiliscono infatti che non sia possibile cambiare colore "in meglio", da rosso ad arancione ad esempio, prima di 15 giorni. La Lombardia quindi dovrà aspettare almeno fino al 31 gennaio, quando diventeranno effettivi i nuovi scenari stabiliti in base al monitoraggio settimanale che l'Istituto superiore di sanità pubblicherà venerdì 29 gennaio. 

Però per la giunta Fontana, che sta facendo il possibile e l'impossibile per uscire dalla zona rossa, non tutto è perduto. Martedì pomeriggio, infatti, il Pirellone ha ufficialmente depositato al Tar il ricorso contro la decisione del governo. 

"Abbiamo anche chiesto al ministro della salute, Roberto Speranza, di rivedere i parametri che regolano questa decisione, così impattante sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre imprese", ha commentato il governatore. 

"Credo sia oggettivamente evidente - ha proseguito - che la Lombardia e i lombardi hanno fatto, e stanno facendo, la loro parte con responsabilità e spirito di sacrificio. Per questo ritengo che l'assegnazione della zona rossa sia fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione. Mi auguro davvero - ha concluso - che possa riunirsi presto di nuovo il tavolo di confronto con le regioni per rivedere, con il ministro Speranza, i parametri di riferimento". L'attesa, quindi, è tutta per la decisione dei giudici amministrativi. 

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