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Covid-19, quali sono i luoghi in cui il rischio di contagio è più elevato

Proteggersi è fondamentale, per evitare il contagio. Esistono però luoghi più a rischio di altri, come dimostrano alcuni autorevoli studi

Così come il resto del mondo, anche l’Italia si trova ormai da settimane nella seconda ondata di pandemia da Covid-19.

Gli scenari sono gli stessi, se non peggiori, rispetto al periodo marzo/aprile. Vero che la percentuale di positivi sta lentamente diminuendo, le terapie intensive rallentano e i casi sono più curabili, ma la fine è ancora lontana: non essendoci ancora un vaccino in commercio, l’unico modo per proteggersi è quello di rispettare le regole vigenti. L’utilizzo delle mascherine, la disinfezione delle mani e il distanziamento sociale sono gesti essenziali oltre che obbligatori. Tutto questo, si somma poi alle norme che il colore delle singole regioni prevede.

Ma quali sono i luoghi a più alto rischio di contagio? Quelli in cui le precauzioni devono essere ancora maggiori, e l'attenzione altissima? A provare a dare una risposta sono stati diversi studi. Quello svolto dal virologo pugliese Pier Luigi Lopalco, ad esempio, ha cominciato i suoi approfondimenti da un luogo che - qualche tempo fa - ha visto nascere un focolaio: uno stabilimento dove viene macellata la carne. Secondo Lopalco, pare che la causa scatenante del focolaio sia stata proprio la bassa temperatura delle celle frigo e l’umidità che, a sua volta, abbassa le difese immunitarie. Tanto che, in Italia e in Europa, diversi sono stati i contagi all'interno di macelli e affini.

Esistono poi altri posti considerati ad alto rischio, tra cui le discoteche e gli stadi. Le prime per via degli assembramenti presso le piste da ballo e i bar, i secondi a causa dell’affolamento sulle tribune e il tifo movimentato fatto di cori e festeggiamenti vari. 
Anche le palestre rientrano nei luoghi più a rischio, nella fattispecie quelle che svolgono lezioni di gruppo. Tutti luoghi, questi, che attualmente in Italia sono chiusi.

Infine, facendo una breve analisi della curva epidemica, si evince un sensibile aumento dall’inizio di ottobre, quando sono state riaperte le scuole. L’aumento dei contagi non è però da attribuire alle strutture scolastiche, le quali hanno registrato una bassa percentuale di contagi (3,5%), ma bensì ai trasporti pubblici. Da ottobre sono tornate a spostarsi quotidianamente circa 9 milioni di persone in più rispetto a quelle che già si muovevano prima, e questo ha contribuito all'acuirsi della pandemia.

Uno studio pubblicato su Nature, e svoltosi invece in America, ha individuato ulteriori luoghi di superdiffusione. Combinando dati demografici, stime epidemiologiche e informazioni anonime sulla posizione dei cellulari, la ricerca attribuisce la maggior parte dei contagi ai luoghi molto affollati, come ristoranti a servizio completo, centri fitness e bar, dove le persone restano in spazi ristretti anche a lungo.

Infine, una ricerca statistica condotta in Inghilterra dalla Public Health England, ha individuato nel supermercato il luogo di maggior contagio. Questi i dati emersi, analizzando contatti e spostamenti di circa 128mila persone, nell’arco di una settimana (dal 9 al 15 novembre 2020):

  • Supermercato: 18,3%
  • Scuola secondaria: 12,7%
  • Scuola primaria: 10,1%
  • Ospedale: 3,6%
  • Casa di cura: 2,8%
  • College: 2,4%
  • Magazzini: 2,2%
  • Asilo nido prescolare: 1,8%
  • Pub o bar: 1,6%
  • Alberghi: 1,5%
  • Università: 1,4%
  • Studi medici: 1,1%
  • Palestre: 1,1%
  • Ristoranti: 1,0%

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