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Coronavirus Lentate sul Seveso

Elena ed Erika, sorelle rimaste sole a causa della pandemia e separate da qualche chilometro e da un divieto a Natale

La storia delle due sorelle brianzole che nell'anno del coronavirus hanno perso entrambi i genitori e sono rimaste sole - senza nonni, zii e cugini - è stata raccontata dal sindaco di Lentate sul Seveso Laura Ferrari a cui le due ragazze si sono rivolte

Meno di 8mila abitanti e soltanto un paio di chilometri a separare Lazzate da Lentate Sul Seveso. Pochi passi che per loro rappresenterebbero la possibilità di vivere il giorno di Natale un momento di serenità in un anno che - per loro e per molti - è stato terribile. Ma che il prossimo 25 dicembre Erika ed Elena, due sorelle, rimaste sole senza genitori in questo terribile anno della pandemia, non potranno fare secondo le regole previste dal Dpcm che vieta gli spostamenti fuori dal comune nelle giornate di festa di Natale, Santo Stefano e Capodanno.

Forse nelle prossime ore qualcosa potrebbe cambiare e il governo Conte sta valutando la possibilità di una deroga alla normativa per consentire gli spostamenti tra i comuni magari entro i limiti provinciali. Al momento il Dpcm di Natale con i divieti annessi è in vigore.

A raccontare la storia di Elena ed Erika, due sorelle brianzole che vivono una a Lazzate appunto e l'altra a Lentate sul Seveso insieme al fidanzato è stata il sindaco di Lentate Laura Ferrari a cui le due giovani si sono rivolte per un consiglio. 

"Vorrei raccontare una storia che mi ha molto colpita, quella di due sorelle, Elena ed Erika, che stanno vivendo un anno particolare. Elena vive con il fidanzato a Lentate. Erika, con il suoi cagnolini, a Lazzate. Quest’anno se ne sono andati improvvisamente i loro genitori, di circa 60 anni. Non hanno nonni, zii, cugini. A causa delle regole imposte dall’ultimo dpcm, non potranno trascorrere il Natale insieme, perché vivono in due comuni diversi, seppur confinanti. Vorrebbero invece trascorrere sotto lo stesso tetto i prossimi giorni di festa, per mitigare un dolore troppo grande" ha scritto sulla sua pagina Facebook il primo cittadino del comune brianzolo intitolando il post "Regole discutibili".

"Elena avrebbe potuto decidere di non scrivermi e, magari, “sfidare la sorte” e spostarsi da una casa all’altra. Invece no: avendo sempre avuto rispetto delle regole, ha deciso di rivolgersi alla sottoscritta per chiedere un consiglio. Ho sempre sostenuto quanto fosse importante, quest’anno, non domandarsi il perché di certe restrizioni ma di accettarle “acriticamente”, presumendo e confidando che il Governo avesse comunque sempre “ragione”. Questa volta, però, non mi riesce facile “comprendere”: sono convinta che, quando la norma è irrazionale, fatica ad essere accettata e genera il desiderio (pericoloso e da “condannare”) di trasgressione" spiega il sindaco Ferrari.

"Cosa possiamo fare per aiutare queste due ragazze che riportano, potenzialmente, anche le richieste di molti altri cittadini? Io ho pensato di: sensibilizzare l’opinione pubblica ed i giornali e rivolgermi alle nostre autorità regionali e statali per dimostrare loro, in concreto, le conseguenze assurde di alcune scelte normative. Riflettiamoci insieme. Sempre con il massimo senso di responsabilità".

Oltre a Elena ed Erika ci sono migliaia di altre famiglie - magari in sofferenza proprio a causa della perdita di cari causata dalla pandemia - che dovranno passare il Natale divise. Mamme, nonni, figli e nipoti che dopo essere stati lontani oltre un mese non potranno essere insieme sotto lo stesso tetto in una giornata di festa. Ora il divieto, forse, potrebbe essere rivisto ma su questo nelle prossime ore dovrà pronunciarsi il governo. 

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