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Giovedì, 28 Settembre 2023
Coronavirus

San Gerardo: aumentano i pazienti covid, e raddoppiano i morti

Il professor Paolo Bonfanti: "Omicron, purtroppo, non è un semplice raffreddore"

La curva dei contagi sale, e anche il numero dei ricoveri. Nell'ultima settima sono 35 i malati covid ricoverati al San Gerardo. L'impennata di accessi lunedì scorso, con la decisione anche di rimandare interventi chirurgici non urgenti e di chiudere i reparti per le visite dei parenti. 

Il bollettino diramato nella giornata di lunedì 17 gennaio dall'Asst Monza rivela che sono 192 i pazienti covid ricoverati al San Gerardo di cui: 153 in malattie infettive,12 in pneumologia,14 in terapia intensiva, 8 in terapia intensiva respiratoria, 5 altri reparti. Nella settimana da domenica 10 gennaio a ieri,. domenica 16 gennaio sono stati 1.393 pazienti che si sono rivolti al Pronto soccorso del San Gerardo di cui 246 con sintomatologia covid, di cui 94 ricoverati. I pazienti ricoverati hanno un'età media di 70 anni. Sono 17 i pazienti contagiati che negli ultimi sette giorni sono morti nell'ospedale di via Pergolesi. Una settimana fa erano 157 i pazienti covid ricoverati, sempre con un'età media di 70 anni. Ma erano stati 9 i malati che erano morti. 

"Il numero dei pazienti ricoverati è in aumento, come atteso visto la situazione epidemiologica - spiega il professor Paolo Bonfanti, direttore dell'Unità operativa di malattie infettive del San Gerardo -.  Alcuni dati a livello regionale e nazionale fanno pensare che probabilmente il picco è stato raggiunto ma, come oramai abbiamo appreso dalla gestione delle precedenti ondate, la curva dei ricoveri inizia a scendere dopo 10-15 giorni dal plateau dei casi positivi rilevati nella popolazione generale. Motivo per cui gli ospedali potrebbero rimanere sotto pressione ancora per diversi giorni. È importante sottolineare che il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva cresce meno e non in modo proporzionale ai malati ricoverati negli altri reparti. Inoltre la maggior parte di essi è contagiato con la variante Delta. Questo conferma due aspetti di questa quarta ondata che sono rilevanti e che si intrecciano tra loro: i vaccini funzionano e riducono l’evoluzione verso le forme molto gravi (quelle che necessitano della terapia intensiva) e che la variante Omicron è più contagiosa ma meno aggressiva. Anche se considerarla alla stregua di un banale “raffreddore” è una semplificazione non corrispondente purtroppo alla realtà”.

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