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Vaccini, in Lombardia è corsa contro il tempo. Pd all'attacco: "Speso il doppio e non bastano"

I dem all'attacco della regione: "Le dosi non basteranno per tutte e tutti i lombardi"

Più soldi e meno garanzie. Il Partito democratico lombardo va all'attacco, di nuovo, della giunta regionale. Tema del contendere è la campagna per i vaccini anti influenzali, quanto mai importanti quest'anno, in piena emergenza coronavirus. 

Come già successo nelle settimane passate, i Dem imputano al presidente Attilio Fontana e soci una mala gestione della situazione, puntando il dito contro ritardi e spese eccessive. "Purtroppo le nostre preoccupazioni, insieme a quelle dei consiglieri del Gruppo Pd Lombardia che hanno più volte sollevato la questione, non erano infondate. La Lombardia, la regione che ha pagato le conseguenze più drammatiche del Covid, oggi si ritrova ad affrontare la stagione autunnale e quella invernale totalmente impreparata", si legge in una nota dei democratici.

"Questo accade perché non c'è limite all'inefficienza di questa giunta, che si è trovata costretta a pagare il doppio - 15 milioni di euro - per rimediare delle dosi per il vaccino antinfluenzale, strumento estremamente necessario per i mesi che ci attendono. Ma la cosa più assurda - mettono nero su bianco dal Pd - è che comunque queste dosi non basteranno per tutte e tutti i lombardi". 

"E così, mentre in regioni come l'Emilia-Romagna in cui il vaccino sarà attivo dal 12 ottobre, gratuito per tutti gli over 60 e in linea con le indicazioni nazionali, noi arriviamo - ancora una volta - in ritardo. Questo - concludono - il famigerato modello Lombardia".

Lo scontro sui vaccini

Non è la prima volta che maggioranza e opposizione si scontrano sul tema. Ancora i dem avevano denunciato che la regione ha raccolto finora disponibilità di 1,720 milioni di dosi per gli adulti a fronte di tre milioni di ultrasessantenni, 168mila per i 300mila operatori sanitari e 410mila dosi per i 600mila minori da zero a sei anni con le prime vaccinazioni che sono previste non prima della prima settimana di novembre.

Il Pd aveva denunciato a luglio la sequela di ritardi e sottovalutazioni sulla necessità di acquistare per tempo le dosi necessarie e ad ampliare la platea. "Fontana e Gallera la smettano di raccontare frottole ai lombardi - aveva attaccato la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza - perché avevamo detto a luglio che i lombardi non avrebbero avuto i vaccini e ci avevano tacciati di allarmismo. Perché in Emilia-Romagna e in Veneto i vaccini ci sono e in Lombardia no? Ora, all’ottava gara, sono costretti ad acquistare i vaccini a prezzo doppio e a pagamento anticipato, ma nemmeno così riusciranno a dare ai lombardi le dosi necessarie. Basta bugie, se la smettessero di mentire e raccontassero ai cittadini la verità, forse anche loro avrebbero meno guai".

Ad agosto Giulio Gallera, titolare del Welfare, aveva tentato una difesa, poi - parzialmente - smentita. "Ad oggi abbiamo già acquistato 2,4 milioni di vaccini, l'80% in più dello scorso anno. Gli inutili e irresponsabili allarmismi generano solo confusione", aveva garantito l'assessore in una nota. "Daremo la precedenza ai soggetti più fragili, agli over 65, alle categorie più a rischio, ai medici, infermieri, operatori sanitari e socio sanitari, e ai bambini fino ai 6 anni offrendo loro gratuitamente i migliori prodotti acquisiti sul mercato mondiale e disponibili per l'avvio della campagna", aveva spiegato. 

Nelle scorse ore alla regione - che ha organizzato "punti" per i vaccini in Duomo e negli ospedali Sacco e militare di Baggio - si è rivolto anche l'ordine dei medici. "Mi aspettavo che sarebbero arrivati prima degli altri anni. Nelle farmacie non si trovano, privatamente non si possono fare e le campagne antinfluenzali delle aziende inizieranno come gli scorsi anni - l'allarme dei camici bianchi -. Per i prossimi mesi bisogna affidarsi ai medici di famiglia per avere le risposte più idonee per fronteggiare tutte le malattie che passeranno”.

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