rotate-mobile
Coronavirus

Perché la Lombardia resta in zona rossa e il passaggio in arancione sarà dopo Pasqua?

Preoccupa la pressione sugli ospedali. Per passare in arancione, inoltre, ci devono anche essere meno di 250 casi positivi ogni 100mila abitanti. Al momento è quasi certo che la Lombardia non abbia i requisiti ma c'è chi spera ancora nel 26 marzo

Il passaggio in zona arancione (o addirittura gialla secondo le prospettive più rosee) della Lombardia è rimandato a dopo Pasqua e Pasquetta. La notizia è stata anticipata dal direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, nel corso di un'audizione alla Commissione Sanità del Consiglio Regionale lombardo. "Siamo in zona rossa fino a Pasqua, in questo momento abbiamo una stabilità dell'Rt ma non abbiamo elementi per poter dire che torniamo indietro in zona arancione", ha detto.

Le regole in zona rossa

La spiegazione di Pavesi è arrivata dopo una domanda posta da Niccolò Carretta, consigliere di Azione. "Ho chiesto informazioni circa il cambio di colore, ma ad oggi i dati non danno certezze sebbene l’Rt si sia stabilizzato. Il Dottor Pavesi ha confermato che saremo zona rossa fin dopo Pasqua", ha confermato il consigliere. Che però non esclude comunque possibili novità, non senza un pizzico di sarcasmo: "Credo che se i dati lo permettano, il passaggio in zona arancione sarebbe possibile e quindi, come già accaduto in passato, mi aspetto che i fatti possano smentire le parole che arrivano dalla Regione".

Quindi, benché in molti sperassero che venerdì 26 marzo il ministro della Salute, Roberto Speranza, includesse la regione tra le nuove zone arancioni questo non accadrà o per lo meno il Pirellone è pessimista. L'unico filo di speranza è il fatto che in Lombardia l'indice Rt è in calo, a Milano è sotto l'1. Preoccupa invece la pressione sugli ospedali. 

Le regole in zona arancione

Cosa succederà dopo il lockdown di Pasqua?

Per il momento non è chiaro se dopo Pasqua il governo continuerà sui suoi passi o ci sarà qualche libertà in più (le idee del nuovo decreto). Saranno i dati della prossima settimana a orientare l'esecutivo guidato da Draghi verso una decisione definitiva. Il nuovo decreto legge potrebbe anche semplicemente prorogare quello attualmente in vigore e contenere solo alcune norme che uniformano le procedure nelle regioni italiane riguardo il piano di vaccinazione, ma l'ipotesi appare improbabile anche se l'impianto generale non sarà stravolto.

La settimana prossima si terrà una cabina di regia con le forze di maggioranza per stringere, decidere il da farsi, visto che il premier vuole che gli italiani non vengano colti impreparati, che dunque vadano avvisati per tempo debito. 

E quando riaprono le scuole?

Quello che sembra quasi certo, al momento, è la riapertura di una parte delle scuole. "Mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse. Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua". A parlare è il premier Mario Draghi, mercoledì 24 marzo davanti al Senato.

Una buona notizia per gli studenti già da giorni obbligati a seguire le lezioni con la didattica a distanza (dad). Una soluzione accettabile per quelli più grandi, anche se le proteste per la riapertura sono all'ordine del giorno, ma parecchio complicata per i bambini più piccoli. Dad che invece è del tutto assente per i bimbi delle materne e dei nidi, per i quali non ci sono alternative quando la scuola chiude. Con la conseguenza immediata che anche per i genitori - lavoratori di qualsiasi categoria, incluso medici, infermieri, oss - la gestione familiari diventa complicata.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché la Lombardia resta in zona rossa e il passaggio in arancione sarà dopo Pasqua?

MonzaToday è in caricamento