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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"Da 2 anni mi negano di mangiare con mia madre": la denuncia del monzese

Il racconto dell'imprenditore Dario Francolino

Dario Francolino è un imprenditore monzese, ha 55 anni, è sposato con due figli e da sempre è molto attento al mondo del volontariato. Ma da due anni vive un grande dolore: non può più mangiare con sua mamma che è ospitata in una Rsa della Brianza. Francolino, dall'inizio dell'emergenza sanitaria, è sceso in prima linea nella difesa dei diritti degli ospiti delle case di riposo e dei loro familiari. Ha fondato l'associazione Orsan (Open Rsa Now), si è battuto per poter ritornare alla normalità delle visite in sicurezza certo che, non solo il covid ma anche la lontananza fisica, minavano (e minano) la salute psico mentale degli anziani. 

Ma oggi, a emergenza sanitaria già conclusa ormai da quasi due mesi, Francolino (ma non sarebbe l'unico) non può tornare a visitare in autonomia la sua adorata mamma. Il presidente di Orsan in un'intervista ad Adnkronos Salute racconta che purtroppo sono ancora tante le case di riposo che non hanno riaperto regolarmente alle visite ai parenti. Emeblematico il suo caso. "Io da marzo 2020 non so che abiti ha mia madre nel suo armadio, non posso mangiare qualcosa con lei e soprattutto continuo a poterla vedere massimo un'ora al giorno. Sono passati più di 2 anni e 2 mesi" ha raccontato.

Una situazione a macchia di leopardo in tutta Italia. Ci sono regioni come la Sardegna e il Lazio dove le aperture sono intermittenti, o situazioni come quella della casa di riposo brianzola dove è ospitata la sua mamma che non è ancora tornata alla normalità pre covid. La paura di Francolino e di molti componenti del Comitato è che, quei provvedimenti adottati durante la pandemia, diventino la prassi anche adesso che lo stato di emergenza è terminato.

Francolino non è comunque uno che si arrende facilmente. A maggio del 2021 era riuscito ad entrare, con le protezioni e i protoccoli del caso, nella Rsa dove vive la madre. Un incontro da vicino e una forte stretta di mano dopo 14 mesi. Tanta commozione e una rosa da regalare alla sua adorata mamma e una battaglia che dal marzo 2020 prosegue per garantire il rispetto delle leggi e soprattutto il diritto deglio ospiti e dei familiari agli incontri come era prima dell'emergenza sanitaria. 

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