Giornata mondiale senza tabacco: i brianzoli non intendono smettere con il fumo
Quadro preoccupante dalla provincia di Monza e Brianza. Elevato il consumo giornaliero di sigarette tra i più giovani
Giornata mondiale senza tabacco 2021: a Monza e Brianza non c’è voglia di smettere con le bionde. Il consumo giornaliero delle sigarette – causa forse anche lo stress generato dalla pandemia – schizza da 10,9 a 15,2 nella fascia dei giovani fumatori con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. I brianzoli non hanno intenzione di smettere: solo il 6% dei fumatori e delle fumatrici brianzole stanno pensando di buttare il pacchetto (percentuale che nella provincia di Milano in un anno è dimezzata passando dal 23% al 12%).
Un quadro tutt’altro che confortante quello che viene descritto dalla Lega italiana lotta ai tumori di Milano Monza e Brianza nella Giornata Mondiale senza il Tabacco che si celebra lunedì 31 maggio.
"L'alibi della pandemia non regge: il fumo nuoce alla salute"
“L’aumento del consumo giornaliero di sigarette tra i giovani e il dimezzamento dell’intenzione di smettere di fumare non sono buone notizie – osserva Marco Alloisio, presidente della Lilt Milano Monza Brianza e responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia toracica in Humanitas -. In Italia contiamo 10 milioni di fumatori e 93 mila inutili morti a causa della sigaretta. L’alibi della pandemia non regge più per chi insiste a nuocere alla salute propria e degli alti. Per Lilt, anzi, è stato un incentivo a rendere il messaggio ancora più capillare nelle scuole e nei luoghi di lavoro grazie agli strumenti di comunicazione digitale”.
Ma purtroppo sono pochi i fumatori che comprendono il grave danno del loro vizio. La nuova edizione della ricerca “Il fumo a Milano e Monza”, affidata all’Istituto Doxa, ha rilevato che l’abitudine al fumo è invariata rispetto alla fotografia scattata nel 2017: 19% di fumatori attuali, 25% di ex e 56% mai stati fumatori.
I dati di Monza e Brianza
Sale il consumo medio giornaliero, che a Milano passa da 9,9 a 11,3 e a Monza-Brianza 10,9 con un picco di 15,2 sulla fascia dei giovani di 15-24 anni, e si dimezza l’intenzione di smettere di fumare, dal 23 al 12%, percentuale che scende al 6% nella provincia di Monza Brianza.
In leggero aumento coloro che hanno provato la sigaretta elettronica (da 11 a 14%, 16% a Monza-Brianza), mentre l’uso rimane confinato all’1-2%, come nel 2017. Le sigarette a tabacco riscaldato sono state provate dal 12-14% e usate non meno della sigaretta elettronica (2%).
Rispetto a 4 anni fa, soprattutto tra i giovani, è cresciuta la sensibilità sulle misure per combattere il fumo: l’aumento di controlli e sanzioni sui tabaccai che vendono ai minori (da 28 a 51%), le campagne antifumo (da 46 a 49%), l’aumento del prezzo delle sigarette (da 23 a 32%) e l’eliminazione dei distributori automatici (da 14 a 28%).
C'è più consapevolezza e attenzione verso i minori
C’è sicuramente più sensibilità sui divieti di fumare nei parchi o nelle aree gioco dei bambini, provvedimenti già adottati anche in alcuni Comuni di Monza e Brianza. Così come aumenta la consapevolezza del danno del fumo passivo (soprattutto per i minori) nei luoghi chiusi o durante i viaggi in automobile. Un divieto alla sigaretta dei cosiddetti “luoghi sensibili” che per la maggior parte degli intervistati andrebbe ampliata anche a chi utilizza la sigaretta elettronica.
“Milanesi e monzesi si dimostrano nettamente favorevoli ai divieti di fumo presso aree giochi e stadi – commenta Paolo Colombo, il ricercatore Doxa che ha curato l’indagine per Lilt - e, seppur in misura inferiore, anche al divieto di fumare in auto, pur senza la presenza di minori. Ipotizzando l’estensione dei divieti in molti altri luoghi, i cittadini di Milano e Monza Brianza sembrano pronti a delle città senza fumo: sono di gran lunga favorevoli a vietare il fumo in tutti i luoghi pubblici e lo stesso quadro di generale favore ai divieti si riscontra anche parlando di sigaretta elettronica, che i cittadini vorrebbero veder vietata in molti altri luoghi, anche aperti, come le aree esterne di ristoranti/bar, scuole, ospedali e luoghi di lavoro”.
Correlazione dei rischi tra fumo e covid
Smettere di fumare è importantissimo, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria. “Mentre la letteratura scientifica mostra risultati contrastanti riguardo al ruolo del fumo sull’infezione da coronavirus, esiste una acclarata evidenza di un eccesso di rischio del 30-50% di mortalità per covid e di una progressione severa della malattia per i fumatori rispetto a coloro che non fumano – commenta Silvano Gallus, Direttore del Laboratorio di epidemiologia degli stili di vita – Istituto Mario Negri- Ne consegue che il voler prevenire gravi complicazioni per covid risulta l’ennesimo motivo per raccomandare l’astensione e la cessazione dal fumo.”
"Smettere di fumare è una conquista"
“Smettere di fumare o non cominciare proprio è una conquista – commenta Desirée Merlini, medico di medicina generale oltre che assessore alle Politiche sociali di Monza - Una conquista di autonomia personale, prima di tutto, un modo per essere pienamente se stessi e non dipendenti: ritengo che proprio questo sia il punto di partenza per qualsiasi riflessione sul tema del tabagismo e sulla consapevolezza dei pericoli causati dal fumo, non solo sulla salute ma anche sulla libertà personale. Così alla battaglia storica in nome della prevenzione è il momento di associare anche una riflessione sulla consapevolezza di ciò che è veramente indipendenza e coscienza di sé e della propria autonomia” .
Il messaggio è chiaro: stop alle sigarette. Per coloro che hanno intenzione di smettere con il vizio delle bionde è possibile rivolgersi allo Sportello Antifumo della Lega italiana lotta ai tumori inviando un’email a prevenzione@legatumori.mi.it.