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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Oltre 200 giorni per le cure: mio padre malato grave a rischio e recluso in casa"

Succede a Monza: la denuncia del figlio di 29 anni

Oltre duecento giorni di attesa per ricevere le cure di cui ha estremamente bisogno. La stessa, lunga, attesa per ottenere il sali-scendi che potrebbe mettere fine alla sua reclusione in casa, consentendogli di uscire. È questa la denuncia di un 29enne di Monza che sta accudendo il padre.

"Vi scrivo per portarvi a conoscenza di un'odissea che sta capitando alla mia famiglia e soprattutto a mio padre, malato cardiopatico grave, con forti difficoltà motorie e da poco anche malato oncologico - scrive il giovane in un esposto inviato ad Ats e altri organi di competenza -. Un’odissea che ho deciso di condividere, oltre con chi già a conoscenza (Asst Monza e Ats competente) ma anche con forze dell’ordine, autorità militari, politiche e non ultimi gli organi di informazione".

"Mio papà - spiega il ragazzo - lo scorso marzo è stato colpito da un attacco cardiaco che lo ha portato a un'operazione salva vita al San Gerardo di Monza con a seguito un ricovero di cinque mesi, la maggior parte in cardiorianimazione dove dei Medici con la 'M' maiuscola lo hanno traghettato da una situazione disperata in cui non sapevamo se sarebbe riuscito a sopravvivere, alla ripresa dopo cinque mesi di intense cure, fra cui numerosi giorni di Ecmo e intubazione. Insomma, per nulla una passeggiata. Cinque mesi in cui è stato immobile a letto, perdendo ogni tipo di muscolatura e dovendo ricominciare tutto da capo. È stato ricoverato presso una struttura riabilitativa che lo ha riportato a camminare anche se con molte difficoltà, ed è stato poi dimesso con il continuo della fisioterapia muscolare al domicilio".

Dopo le dimissioni, però, sono iniziati i problemi. Perché il padre del 29enne per poter continuare con la fisioterapia di di cui ha bisogno per tornare a essere autonomo deve prima essere sottoposto a una visita fisiatrica con un medico (non privato) che possa prescrivere questa tipologia di cure al domicilio. Tuttavia, contattando il centro unico prenotazioni di Regione Lombardia - nonostante l'urgenza riportata sulla ricetta - la prima visita disponibile è fra 200 giorni all’Ospedale di Carate Brianza. "Non proprio vicino per un malato nelle sue condizioni - è l'amaro commento del figlio -. Ma non è finita. Quella visita serve anche per la prescrizione di un ausilio fondamentale per papà, una sedia sali-scendi scale motorizzata. Lui abita in un appartamento al secondo piano purtroppo senza ascensore. Una circostanza che di fatto lo reclude in casa e non permette il movimento. Pochi giorni fa gli è stato diagnosticato anche un tumore maligno ai polmoni per cui dovrà essere sottoposto a visite e terapie oncologiche con frequenza. Finora io, con aiuto di amici o con l’intervento di ambulanza privata a pagamento (120-130 euro a visita fra andata e ritorno) l'ho portato in ospedale e riportato a casa in autonomia".

Nonostante all'uomo siano stati riconosciuti l'invalidità civile e gravi problemi di deambulazione, la visita - disponibile soltanto tra oltre sei mesi - a livello burocratico risulta imprescindibile per poter chiedere l'ausilio, senza il quale però visite e terapie oncologiche si rendono impossibili, protraendo la sua reclusione in casa (in corso dallo scorso agosto) e esponendo a grave rischio la sua già molto delicata condizione di salute. 

"Mi chiedo - scrive ancora il 29enne - se ogni volta che dovrò portare mio padre a una visita e non potrò chiamare un'ambulanza privata dal costo elevato (stimato 1500-1800 ogni mese) potrò contattare il Nue, perché di salvare una vita si tratta. Non credo che vigili del fuoco e emergenza Sanitaria possano darmi una mano ogni volta togliendo mezzi per l’emergenza-urgenza. Si tratta comunque di terapie salvavita, ma che potrebbero essere risolte in altro modo, appunto con la fornitura di appositi presidi motorizzati che potremmo usare in autonomia".

"Con questa mail - chiosa il figlio - dopo avervi portato a conoscenza della situazione, dopo aver passato una settimana al telefono fra ospedali, Cup e uffici, sono a chiedervi una soluzione in tempi brevi per poter avere la sedia sali-scendi scale motorizzata e il rinnovo della fisioterapia a domicilio che gli spetta. Sono stato costretto da questi avvenimenti a mettere in copia le autorità del comune e della Provincia di Monza e Brianza oltre che di Regione Lombardia per cercare di ottenere una soluzione".

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