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Mancano i medici: chiude la Psichiatria

Succede all'ospedale di Desio

Ancora pochi giorni e poi chiuderà la Psichiatria dell'ospedale di Desio. Dal 17 maggio fino a data da destinarsi (ma pare che la chiusura non sarà prolungata) il reparto di Psichiatria del nosocomio brianzolo chiuderà i battenti per mancanza di medici. 

La denuncia arriva dalla Cgil Brianza. Mancano gli specialisti e quindi, fino a quando non si farà il concorso e le nuove assunzioni, il reparto rimarrà chiuso. L'attività dovrebbe riprendere in autunno. "La carenza dei medici psichiatri impatta anche sui servizi psichiatrici territoriali (CPS) che potrebbero subire anch’essi delle notevoli ripercussioni e riduzioni di prestazioni - spiega  Susanna Cellari funzionaria Cgil con delega alla Sanità -. Senza contare il fatto che la chiusura della Psichiatria di Desio, impatterà su tutto il bacino di utenza afferente ai vari CPS della zona nord-occidentale della nostra provincia e sulla Psichiatria di Vimercate, che dovrà necessariamente ampliare il numero dei posti letto per colmare parzialmente la riduzione dell’attività di Desio, con tutte le probabili ricadute che si avranno sul personale infermieristico già precario nel numero e a malapena sufficiente per i loro posti letto”.

Non mancano solo im medici

Ma questa non sarebbe l'unica criticità: a mancare nella Asst Brianza non sarebbero solo gli psichiatri. Ma anche oss ed infermieri. Verrebbe utilizzata la mobilità interna per far fronte alle carenze. Ma la coperta resta corta e gli spostamenti alla lunga, soprattutto con il personale messo in ginocchio dall'emergenza sanitaria, rischia poi di mandare il sistema in tilt.  “A  distanza di quasi due anni e mezzo dall’inizio della pandemia, anziché pensare di mantenere sempre aperto un reparto dedicato ai pazienti infettivi con un personale dedicato stabilmente, si continua ad utilizzare il personale dei vari reparti che viene spostato a rotazione per la gestione di questi posti letto, con tutte le relative conseguenze sia sui settori di provenienza, che alla prima assenza dei colleghi si ritrovano in sofferenza, sia per la stanchezza di tutti gli infermieri e OSS coinvolti in questi continui spostamenti da più di due anni - aggiunge -. A esacerbare tutte queste enormi criticità, se ancora non bastassero, si aggiunge la problematica relativa al sacrosanto diritto al recupero psicofisico del personale, anche in termini di godimento dei periodi di ferie estivi che, ad oggi, non risultano né programmati, né autorizzati ai fini di un’eventuale prenotazione viaggio nella maggior parte dei settori dell’azienda, cosa inaccettabile tenuto conto che manca meno di un mese all’inizio dei periodi di ferie estivi”.

Le richieste alla Asst Brianza

La Cgil ha chiesto alla direzione dell'Asst Brianza di "far cessare questo uso dell’istituto della mobilità non in linea con il dettato contrattuale e per la programmazione e autorizzazione delle ferie estive - conclude -. L'azienda deve mettere in atto tutte le azioni organizzative, di programmazione e di assunzione del personale necessarie per ottemperare alle esigenze assistenziali degli utenti e alle garanzie contrattuali per i dipendenti, ma occorre anche e soprattutto, che la politica faccia la sua parte a livello locale e ancor di più a livello regionale per scongiurare la chiusura dei servizi, il dimensionamento aziendale, l’esternalizzazione dei servizi e l’utilizzo di cooperative di personale medico e sanitario per sopperire alle mancate assunzioni o ai concorsi andati vacanti a causa della scarsa attrattività aziendale". 

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