Perché tanti funzionari statali stanno restituendo la laurea
Una protesta particolare: ecco le motivazioni
Se la laurea non serve più per accedere a determinati concorsi e ricoprire ruoli apicali, i funzionari statali (laureati) la restituiscono. Questa la protesta indetta dal Coordinamento funzionari con laurea magistrale/specialistica specifica, direttivi e non direttivi, del Comparto funzioni centrali - enti pubblici non economici (Inps, Aci, Inail, Cri ecc.) ministeri e agenzie fiscali.
Da giovedì i funzionari (migliaia anche a Monza e Brianza) stanno restituendo simbolicamente la laurea (attraverso il sito funzionaripubblici.it) al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, e al presidente dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) Antonio Naddeo. Alla base della protesta l’abolizione delle figure professionali Direttive e l’istituzione della figura unica di Funzionario alla quale potranno accedere anche lavoratori senza laurea. Lo stabilisce il nuovo Contratto collettivo nazionale funzioni Centrali 2019-2021 in atto al vaglio della Corte dei Conti.
Una scelta che al Coordinamento funzionari laureati proprio non è andata giù. "È inaudito che vincitori di un concorso pubblico come quello per direttore al Ministero della Giustizia, per il quale è stata richiesta la laurea specialistica specifica ed altri titoli abilitativi, ora debbano subire una tale retrocessione ad una figura professionale cui si potrà accedere anche senza laurea - spiega Domenico Scardino, responsabile del Coordinamento funzionari laureati -. Stesso discorso vale per tutte le figure apicali e direttive del Comparto funzioni centrali, con lauree specifiche, abilitazioni, master che in virtù del nuovo contratto subiranno una retrocessione professionale o uno stallo perenne, nel caso dei funzionari laureati appena assunti, inaccettabile".
Una scelta che Scardino boccia. "È vero è stata istituita la Quarta Area pensata per accogliere i professionisti esterni assunti a tempo determinato per l’attuazione del PNRR nei vari enti e nella quale è prevista una riserva dei posti fino al 50% per i funzionari ma, considerati i differenziali stipendiali molto elevati (si parla di 30 mila euro annui per funzionario) che sarebbero a carico di ministeri ed enti già in forte difficoltà, temiamo che saranno davvero pochi i funzionari che vi potranno accedere".
Il Coordinamento chiede la modifica del contratto o l’istituzione per decreto legge di una nuova Area, quella Direttiva, nella quale inquadrare i funzionari e i direttori con laurea specifica ed esperienza professionale e che rappresenti un’ulteriore chance di progressione professionale per i giovani laureati appena assunti.
"Nel frattempo, visto che le lauree sono equipollenti al diploma, simbolicamente le restituiamo", conclude.