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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Gianluca e Matteo hanno scelto la Brianza per far crescere la loro famiglia

Alla vigilia del corteo di Milano per i figli di coppie omogenitoriali, il racconto della famiglia brianzola formata da Gianluca, Matteo e la loro bambina

Matteo e Gianluca (i nomi sono di fantasia) sono una coppia felice e con una figlia. Sono due liberi professionisti, hanno lasciato Milano per trasferirsi in Brianza dove hanno trovato un ambiente aperto che li ha accolti. Ma adesso, dopo quanto deciso dal prefetto di Milano e dal Governo, temono che questo equilibrio e che questa normalità conquistata passo dopo passo possa improvvisamente sgretolarsi. “Con questa decisione cambia molto - spiegano Matteo e Gianluca a MonzaToday -. Invisibilizza e annichilisce la nostra famiglia. Cancella istituzionalmente il nostro esistere. Noi per costruire la nostra famiglia abbiamo dovuto faticare tantissimo cambiando il modo di pensare delle nostre famiglie d'origine e dimostrando quotidianamente che siamo all'altezza del ruolo. Purtroppo in Italia il ruolo del padre, per alcune persone, è lontano dal concetto di cura dei bambini.  Noi avremmo adottato i nostri figli senza necessariamente ricorrere alla gestazione per altri. Quando si decide di diventare genitori, si diventa genitori di qualunque figlia o figlio arrivi e in qualunque modo e in qualunque luogo”. 

Dall'amicizia all'amore

La loro storia è comune a quella di tante coppie. L’incontro nei primi anni 2000 ai tempi dell’Università quando, però, nessuno dei due aveva ancora fatto coming out. Lo stesso giro di amici ma, come spesso succede, la scintilla non si accende subito. Poi però qualcosa cambia. Dopo quattro anni di amicizia entrambi vivono l’esperienza del progetto universitario Erasmus. Per entrambi destinazione Valencia e lì diventano coinquilini.  “Non è stato un colpo di fulmine ma una reciproca presa di coscienza - raccontano-. Entrambi ci abbiamo messo un po' a capire che eravamo attratti l'uno dell'altro e ad ammetterci che ci eravamo innamorati”. Gianluca e Matteo si sono messi insieme e nel 2016 si sono uniti civilmente. “Lo avremmo fatto anche prima, ma non era possibile - proseguono -. Avremmo potuto andare a sposarci in Spagna, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Abbiamo lottato ed atteso che anche in Italia si muovessero le istituzioni. Auspichiamo che nel futuro ci si possa sposare a tutti gli effetti: siamo desiderosi dei ‘doveri coniugali’”.

"Come siamo diventati genitori"

Poi il desiderio di diventare genitori e non potendo accedere all’adozione hanno optato per la strada della GPA (Gestazione per altri). “Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficoltoso ed anche oneroso - raccontano -. Ma avevamo le idee chiare su quale dovesse essere il percorso da fare e chi ricercare per realizzare il nostro progetto di allargamento della famiglia”. Matteo e Gianluca avevano le idee chiare anche sul futuro della loro bambina e sulla possibilità che un domani avrebbe potuto conoscere le sue 2 mamme. “Nostra figlia ha una madre biologica ed una portatrice – continuano -. Entrambe queste donne avevano questo nostro stesso bisogno. Ci siamo rivolti ad una associazione statunitense che mette in contatto donne volontarie con chi ha solo questa chance per poter diventare genitori. L'associazione, seguita da diversi legali, si assicura che le donne volontarie non esigano nulla per questo gesto di pura filantropia e seguono la famiglia beneficiaria nell'iter sanitario americano. Negli Stati Uniti la sanità non è pubblica e non esistono sussidi di maternità. Quindi, per questa motivazione è una procedura costosa. Siamo riusciti subito a metterci in contatto con la madre portatrice. Lei è una donna sposata con figli grandi ed è insegnante di una scuola elementare in California”. Ma che cosa ha spinto la mamma californiana a diventare madre portatrice? “La gravidanza in sé e la voglia di poter donare ad altri la gioia della genitorialità – spiegano Matteo e Gianluca -. Anche suo marito e i suoi figli hanno appoggiato la sua scelta. Attualmente siamo in continuo contatto con lei e la sua famiglia e abbiamo fatto le vacanze insieme la scorsa estate. C'è voluto un po' di tempo in più per trovare la donatrice dell'ovulo. Ma anche lei è arrivata come un Arcobaleno. Attualmente anche con lei ci vediamo spesso dato che si è trasferita in Europa per lavoro”.

Gli ostacoli della burocrazia italiana 

Per Matteo e Gianluca diventare genitori è stato un percorso molto impegnativo, anche dal punto di vista economico. “In un anno siamo dovuti andare in California quattro volte – ricordano -. Per conoscere le mamme e per tutte le procedure sanitarie del caso. Al momento della nascita di nostra figlia abbiamo deciso di rimanere qualche mese stabilmente in California vicini a casa alla madre portatrice e famiglia. Fortunatamente siamo liberi professionisti ed abbiamo avuto un grosso vantaggio nel gestire i giorni d'assenza dall' Italia. Un altro grosso problema è stata la trascrizione dei documenti. Per gli USA nostra figlia ha addirittura i cognomi tutti e due. Per trascrivere i documenti in Italia abbiamo dovuto assumere un avvocato che ci ha seguito in tutto questo lunghissimo processo”. 

I pochi episodi di razzismo 

Tornati in Italia con la loro bambina Gianluca e Matteo non hanno trovato grandi difficoltà. “Per strada nessuno ha mai osato offenderci. In Italia si è normalizzato vedere un uomo col passeggino o dal pediatra. Una volta, a scuola, una nonna aveva inteso che fossimo entrambi i papà della nostra piccola e si mise ad urlare all'ingresso della scuola scomodando santi, bibbia e invocando la polizia. Fortunatamente la maestra di nostra figlia ha immediatamente allontanato la signora. La sera, la figlia della signora, madre di un compagno di nostra figlia, ci ha chiamato mortificata e, assieme al marito, si sono scusati mille volte per il comportamento della signora. Attualmente i nostri figli si frequentano e giocano spesso insieme”. Non sono mancati, però, episodi di intolleranza nei confronti della famiglia brianzola. “L'estate scorsa eravamo in Liguria. Avevamo prenotato un b&b. Al nostro arrivo il proprietario vedendo due uomini con una bambina, ha iniziato ad inveire contro di noi maledicendoci. Una scena da commedia all'italiana di serie B. Ci siamo rimessi in macchina e siamo ripartiti. Abbiamo segnalato immediatamente l'accaduto all'agenzia con cui avevamo prenotato”.

La felicità in Brianza

Poi la scelta di trasferirsi in Brianza. Nella provincia dove era più difficile passare inosservati. “Con sommo stupore abbiamo ricevuto un bellissimo benvenuto da vicini di casa e quartiere. A scuola l'inserimento di nostra figlia  è stato il migliore che potevamo immaginare. Il maestro di nostra figlia e le sue colleghe stanno facendo un ottimo lavoro su questo fronte, anche perché nella sua classe ci sono mamme single, genitori separati, genitori divorziati e risposati, famiglie con mamma e papà. Insomma un piccolo spaccato d'Italia”.

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