Al via i festeggiamenti per i 100 anni dell'Autodromo
Era il 1922 quando venne inaugurato il circuito monzese
Monza celebra il suo Autodromo. Quel Tempio della Velocità che festeggia i 100 anni di storia, emozioni e polemiche e che ha reso la città di Teodolonda famosa in tutto il mondo.
Tante le iniziative che, nel corso di quest'anno, celebreranno l'importante anniversario che culminerà poi a settembre con il Gran Premio. Intanto il primo appuntamento è per il 22 giugno al teatro Binario 7 (via Turati) con una serata futurista dove verranno portate in scena le opere liriche The Telephone di Giancarlo Menotti e Il segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari. Lo spettacolo inizierà alle 21 (ingresso a offerta libera, minimo 10 euro), ed è stato organizzato dall'associazione Menmosyne, FilRo, Così fan lirica con il patrocinio del comune di Monza e con il contributo della Fondazione della comunità di Monza e Brianza.
"L’Autodromo di Monza compie 100 anni - spiega Ettore Radice, organizzatore dell'evento -. Una lunga storia di cui vorremmo raccontare, attraverso una mini rassegna (mediometraggio, conferenza, opere liriche), il suo inizio: l’origine ed i primi decenni di vita di uno dei più famosi circuiti del mondo. Con il Manifesto del Futurismo del 1909, redatto da Filippo Tommaso Marinetti, la velocità assume un ruolo importante e viene associata all’idea stessa di progresso. L’automobile in particolare diventa espressione della nuova società che guarda a un futuro ricco di nuovi orizzonti. I Futuristi hanno fatto dell’automobile un’opera d’arte, come si legge nel manifesto del 1909, supera la bellezza della Vittoria di Samotracia".
“ Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Una automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo…… una automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia è preferibile alla Vittoria di Samotracia” si legge nel manifesto. L’accostamento al capolavoro ellenistico, non è scelto a caso, dal momento che integra in sé i valori dell’energia e del movimento in atto. Con il riferimento ad animali aggressivi come serpenti e leoni si vuole sottolineare come l’automobile deve aggredire lo spazio, travolgere le usuali norme temporali.
In un successivo manifesto del 1916,”La nuova religione-morale della velocità” si legge che”la velocità equivale alla sintesi di tutti i coraggi in azione. Una grande velocità d’automobile consente di abbracciare e di confrontare rapidamente diversi punti lontani della terra, cioè di fare meccanicamente il lavoro dell’analogia. Chi viaggia molto acquista meccanicamente dell’ingegno, avvicina le cose distanti”. Grazie allo “splendore geometrico meccanico” dell’automobile, l’uomo futurista sperimenta l’ebbrezza della velocità, del viaggiare, del conoscere l’inaspettato, dello sfidare e superare i confini,perpetuando in tal modo il mito di Ulisse.
"Da questo clima emerge la volontà di organizzare delle competizioni automobilistiche, diverse da quelle sino a quel tempo disputate sulle strade sterrate da città a città, in circuiti permanenti - aggiunge Radice -. Il nostro Autodromo, il terzo circuito permanente realizzato al mondo, preceduto solo dalla pista americana di Indianapolis e da quella inglese di Brooklands, oggi non più esistente, rappresenta pienamente quell’idea, divenendo il tempio della velocità. Una lettera, indirizzata al Ministro ai Lavori Pubblici dell’epoca, Giuseppe Micheli, all’inizio degli anni venti, sottoscritta da grandi personalità, tra cui Giacomo Puccini, aveva fortemente sostenuto la realizzazione, nel Parco Reale di Monza, dell’autodromo. Tra gli oppositori, invece, il neonato partito fascista, che, contrario all’esproprio dell’area di proprietà dell’ente dei reduci della Grande Guerra, organizzò manifestazioni e pestaggi degli operai impiegati nella costruzione dell’impianto".