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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Giornata internazionale dell'infermiere: "Non c'è nulla da festeggiare"

La denuncia del NurSind: "Oggi è la Giornata internazionale dell’eroe osannato ma sempre sbeffeggiato dalla politica locale e nazionale, e dalle stesse aziende"

Il 12 maggio ricorre la Giornata internazionale dell'infermiere. Ma a Monza e Brianza gli infermieri non hanno voglia di festeggiare: sono amareggiati e delusi dalla politica locale e nazionale che non ha ancora accolto richieste che erano state avanzate ancor prima dell'inizio dell'emergenza sanitaria. 

“Due anni di parole gettate al vento. Di promesse (ricevute) da marinaio - commenta Donato Cosi, coordinatore regionale del NurSind e componente della direzione nazionale del maggiore sindacato della categoria -. E noi sempre in prima linea, sempre con gli stessi problemi, sempre con le stesse esigenze e con tanta stanchezza e amarezza in più. Non c’è nulla da festeggiare: il 12 maggio in Italia non è la Giornata internazionale dell’infermiere, ma è la Giornata internazionale dell’eroe osannato ma sempre sbeffeggiato dalla politica locale e nazionale, dalle stesse aziende e purtroppo, sempre più spesso, dagli utenti. Tutti a correre a chiamarci eroi nel pieno della pandemia, e poi a dimenticarci e calpestarci quando abbiamo chiesto quanto ci spetta. E soprattutto aiuto perché, non dimentichiamolo, siamo prima di tutto persone”.

"Il personale manca da anni"

Ancor prima del marzo del 2020 i rappresentanti del NurSind avevano messo all'erta la regione Lombardia e e le Asst sulla situazione negli ospedali: mancava personale e nel caso ci fosse stata un'emergenza il sistema non avrebbe retto.  “Non ci hanno mai ascoltato - prosegue Cosi -. E oggi rinfreschiamo la memoria a chi, dalla comoda poltrona dei Palazzi del potere, sembra essersi dimenticato o pensa che l’elemosina di qualche assunzione in più possa metterci a tacere. Assolutamente no: in Lombardia (e la Brianza non fa eccezione) mancano infermieri. Manca il ricambio generazionale, mancano assunzioni. Dopo due anni di turni estenuanti che hanno spremuto fisicamente e psicologicamente il personale non si può continuare a far finta di nulla, e vendere più prestazioni alla popolazione, facendo sempre conto sulla coperta corta degli infermieri. Erano pochi nel 2019, adesso dopo tre anni sono ancora pochi, ma anche stanchi e amareggiati”. La situazione è tale e quale a due anni fa: niente rinnovo del contratto, lavoro a ritmi stressanti anche dopo il covid, la regione Lombardia che a gennaio si era presa l’impegno di portare richieste al tavolo delle regioni con incremento di stipendio, riconoscimento professionale tace.  

Le richieste degli infermieri

Nella Giornata internazionale dell'infermiere il NurSind rivendica: il mancato riconoscimento economico della professione; per dire basta alla retorica degli eroi e degli angeli che poi vengono abbandonati dalle istituzioni anche quando vengono portati in Tribunale a causa delle pecche del sistema; per rivendicare stipendi più alti visto che gli infermieri italiani sono quelli con lo stipendio più basso in Europa; contro le condizioni di lavoro insostenibili e decennale carenza di personale; contro le aggressioni da parte degli utenti generate proprio da un sistema sanitario nazionale che fa acqua da tutte le parti; per frenare la sempre più diffusa diaspora di professionisti che, piuttosto di lavorare in queste condizioni, si licenziano; per vedere riconosciuta e valorizzata la loro reale professionalità; per ricordare che quello dell’infermiere è un lavoro usurante; per avere più infermieri docenti anche nelle Università.

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