rotate-mobile
La lettera

"Figlio mio, il tuo papà non è un mostro"

La lettera di un poliziotto brianzolo dopo che il figlio di 6 anni ha visto una vignetta su un quotidiano

"Papà perchè su quella vignetta c'è un poliziotto che indossa la tua divisa e il tuo casco e che picchia un ragazzo che gli ha chiesto se voleva il dolcetto o lo scherzetto? Perché quel poliziotto gli ha fatto così tanto male facendogli schizzare il sangue ovunque? Perché papà fate questo?".

Questa la domanda che nei giorni scorsi si è sentito rivolgere un poliziotto brianzolo dal suo bambino di soli 6 anni. Il poliziotto in questione è Pasquale Alessandro Griesi, coordinatore nazionale reparti mobili FSP Polizia di Stato. Il suo bimbo ha trovato su Internet l'immagine di una vignetta pubblicata nei giorni scorsi su un quotidiano. Nel disegno un poliziotto che massacra a morte un ragazzino che gli chiede se vuole il dolcetto e lo scherzetto. Il poliziotto, che indossa la divisa dei reparti mobili, risponde al ragazzino che "la pacchia è finita" prendendolo a manganellate.

La vignetta incriminata 

Vignetta

Griesi è rimasto impietrito quando il figlio gli ha mostrato la vignetta e gli ha posto quelle domande. Il suo bimbo, come spiega Griesi a MonzaToday, considera il suo papà una sorta di eroe. “Un po’ come fanno tutti i bimbi con i loro genitori, e ancora di più quando il genitore indossa una divisa”, aggiunge. Ma dopo quella vignetta al figlio sono sorte alcune domande: ma perché quel poliziotto che fa il lavoro del suo papà ha fatto del male a un ragazzino?

"Con non poco imbarazzo, senza sottrarmi ai doveri di padre, di cittadino, di poliziotto e sindacalista, ho dovuto spiegare a mio figlio che nella vita dovrà confrontarsi con persone che la pensano diversamente da noi, che ogni testa è un mondo diverso e che tutte queste teste fanno parte della “società” - ha spiegato Griesi che nel frattempo ha inviato anche una lettera al giornalista Nicola Porro per denunciare quanto accaduto -. Proprio perché fanno parte della società, devono accettare delle “regole” altrimenti ognuno di noi farebbe ciò che gli pare. Ho dovuto spiegare al mio bambino che la polizia non va in giro a picchiare la gente, che i poliziotti ormai quasi tutti “quarantenni e cinquantenni” sono padri, mariti, cittadini, non massacrano bambini ma aiutano chi ha bisogno e cercano di fare il possibile a volte con sacrifici personali, i nostri figli testimoni (non rientrare a casa mai in orario, lavorare giorno e notte, feriali e festivi con problemi di vita reale da risolvere). Nessun cittadino che rispetta le regole ha da temere la legge o la polizia. Ogni diritto di manifestare il proprio pensiero o le proprie azioni terminano quando si sta per ledere il diritto di altre persone presenti nella società". 

Nel frattempo il Sindacato Autonomo di Polizia ha querelato l'autore della vignetta definendo "la vignetta di pessimo gusto e fuori luogo che crea un danno a tutta l’istituzione facendone crollare credibilità e legittimazione". L'autore della vignetta sulla sua pagina Facebook spiega che: "Non entro nel merito, ribadisco solo che a delegittimare le forze dell'ordine sono "gli errori di pochi, spesso malgiudicati, agenti"(© SIM Carabinieri) oggetto della vignetta. Non le vignette. Ma è opinione mia".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Figlio mio, il tuo papà non è un mostro"

MonzaToday è in caricamento