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Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità Seregno

Il dolore e la paura del Comune brianzolo dove vivono 413 ucraini

A Seregno una nutrita comunità di persone che dall'Ucraina sono venute in Italia alla ricerca di un futuro migliore

L'Italia si mobilita al fianco dell'Ucraina. La Lombardia esprime la sua solidarietà al popolo di Kiev. Ma c'è un Comune brianzolo dove in queste ore l'ansia è la paura sono alle stelle. Si tratta di Seregno dove vivono 413 persone di nazionalità ucraina.

Una piccola comunità molto attiva: uomini e donne che nel corso dei decenni hanno abbandonato il loro Paese e che a Seregno hanno trovato un lavoro, una casa e un futuro. Ma adesso il pensiero è rivolto ai familiari rimasti in Patria. A nonni, genitori, nipoti e amici sotto le bombe, accalcati sui mezzi pubblici che stanno vivendo ore di profonda angoscia. 

"Questa mattina vedendo queste immagini, ascoltando e leggendo le notizie, ho pensato di telefonare a Oksana - spiega il sindaco di Seregno Alberto Rossi sulla sua pagina Facebook -. Oksana è una delle rappresentanti della comunità ucraina seregnese. È presidente di un'associazione che a Seregno lavora con bambini e ragazzi ucraini di tutta la nostra provincia.Ci sono 413 persone di nazionalità ucraina che vivono a Seregno, la gran parte delle quali ha scelto di cercare un lavoro in Italia per garantire un futuro migliore per le proprie famiglie. Stamattina ho pensato molto alle loro speranze e alla loro angoscia di queste ore. Ai loro progetti che rischiano di andare in fumo. Ai loro figli, mariti, nipoti e affetti in Ucraina".

Rossi questa mattina ha incontrato Oksana in Comune. La donna ha consegnato al sindaco la bandiera dell'Ucraina e gli ha raccontato gli ultimi giorni che ha passato nella sua terra. Una breve vacanza ad agosto, a trovare gli amici e i parenti. Il dolore per quell'aeroporto poco lontano da casa sua già bombardato, le strade distrutte e soprattutto l'incredulità che, quella guerra annunciata, sia davvero scoppiata. 

Ma Oksana non è l'unica. A Seregno c'è anche Inna, un'altra donna di nazionalità ucraina, che questa mattina ha incontrato il sindaco. La disperazione di una donna - ma ancora prima di una mamma e di una moglie - che in Ucraina ha lasciato marito e figli che vivono poco distanti da obiettivi sensibili. “Ma andiamo avanti, siamo forti: e voi uomini avete forza fisica, ma noi donne una grande forza morale”, ha confidato Imma al primo cittadino. 

Intanto la Brianza si mobilita e domani, venerdì 25 febbraio, alle 18 in piazza Roma a Monza un presidio dell'Anpi (ma non solo) per dire no all'invasione dell'Ucraina. 

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