"Il rilancio dell'economia parte dalla comunità arcobaleno"
La riflessione di Giorgio Castoldi, docente monzese di Economia aziendale
Far ripartire l’economia dipingendola con i colori dell'arcobaleno. Aziende che, guardando alla ripresa, abbiano un’attenzione particolare o siano proprio specializzate nel rispondere alle esigenze di persone Lgbtqia+.
Non una provocazione, ma una proposta di marketing quella che illustra a MonzaToday il monzese Giorgio Castoldi, docente universitario di Economia Aziendale. Castoldi già nei mesi scorsi aveva sensibilizzato l’opinione pubblica locale sull’importanza del rilancio della Villa Reale e la possibilità di ascoltare le esigenze della comunità Lgbt per rendere la Reggia condivisa a prescindere dalla fede politica o dall’orientamento sessuale.
Adesso, nella settimana del Brianza Pride, si focalizza invece sul tema, più che mai attuale, del rilancio dell’economia fornendo spunti di riflessione e suggerimenti che possono risultare utili anche alle attività e alle imprese del territorio.
"Stop allo stereotipo dei fenomeni da baraccone"
Per Castoldi il rilancio dell’economia, con i colori dell’arcobaleno, può partire proprio da Milano e dalla Brianza motore dell’imprenditoria. “Soprattutto se si abbatte lo stereotipo che le persone Lgbt sono fenomeni da baraccone - dichiara Giorgio Castoldi - come purtroppo vediamo rappresentato in tv, video hard... Allora si potrà far ripartire l’economia cambiando anche la società".
Le scelte strategiche possono essere dirette esclusivamente o prevalentemente a persone Lgbt (eterofriendly), o essere mirate ad un gruppo più eterogeneo (gay/lgbtfriendly), ovviamente cambiando i segmenti a cui l’impresa rivolge la sua offerta, ed il modo di promuovere prodotti e servizi.
"Le aziende devono aprirsi alla comunità Lgbt"
“L’azienda che si dichiara Lgbt Friendly da noi è una rarità - prosegue - Bisogna sfatare la falsa credenza che siano appannaggio esclusivamente del mondo della moda e della movida. Le aziende devono aprirsi alla comunità Lgbt perché le persone sono clienti e spendono denaro. È una comunità ricca numericamente ed in certi casi anche economicamente. In Italia si stima che ci sia un potenziale di 5 milioni di persone Lgbt, ed in Cina qualche centinaio di milioni. Una comunità che, in questo delicato momento storico, può davvero fare la differenza. In Italia le imprese prevalentemente Lgbt sono relegate ai divertimenti, che purtroppo sono piccole e legate al mondo dell’associazionismo e volontariato, dove il più delle volte è necessario accedere con una tessera, mentre in Germania si paga e si accede senza problemi".
"All'estero è normalità, da noi una rarità"
Una realtà collaudata in Spagna, Germania e in alcuni Stati degli USA, mentre nel Bel Paese è ancora un settore molto di nicchia. “All’estero è ormai normalità - spiega Castoldi - Ci sono agenzie di viaggio, agenzie di wedding planner specializzate proprio in servizi dedicati alla comunità Lgbt. In Italia ancora no. Qualcosa si sta muovendo, ma molto in sordina. Da noi se venisse completamente accettato dalle famiglie e dalla società l'unione tra persone dello stesso sesso, si avrebbero maggiori spese per il matrimonio, per esempio verrebbero spesi dai 10 mila ai 50 mila euro come per i matrimoni tradizionali, quindi maggiori ricavi. Di conseguenza lo Stato Italiano avrebbe maggiori entrate per la spesa pubblica".
Il Pride attira persone. Persone che si spostano con i mezzi pubblici, che consumano nei bar e nei ristoranti, che dormono negli alberghi, che fanno shopping nei negozi, quindi viene mosso denaro che poi continua a circolare.
Il modello americano: una Camera di Commercio Lgbt
"Negli Stati Uniti esiste una sorta di Camera di Commercio Lgbt - precisa Castoldi - Andrebbe promossa anche in Italia un’associazione: a garanzia del datore di lavoro, dei dipendenti e anche dei clienti i prodotti e dei servizi che le aziende offrono. Le aziende iscritte hanno vinto addirittura dei bandi della Nasa e della Nfl".
Ma Castoldi va oltre. “Non bisognerebbe creare solo un’Associazione di imprese Lgbt o imprese che si riconoscono in quei valori, ma anche istituire da parte delle imprese una Corporate Social Responsibility, che con il bilancio d’esercizio, è un po’ la carta di identità che a sua volta la CRS viene formalizzata nel bilancio sociale. Ad esempio le società straniere quando devono scegliere un partner prendono in considerazione diversi fattori non solo economici ma anche sociali, come tutela dell’ambiente e rispetto dei diritti".
Togliersi la maschera e vivere la propria identità sessuale alla luce del sole, anche nel mondo del lavoro, dell’imprenditoria e dello sport. Questo è per Giorgio Castoldi è un passo per rilanciare l’economia.
"In Italia c'è la paura di fare coming out"
"Ci sono sicuramente molti lavoratori, imprenditori e professionisti, che potrebbero appartenere alla comunità Lgbt ma che temono di fare coming out, oppure che sono dichiarati all’interno della loro cerchia di amicizie ma non all’interno della famiglia o sul luogo di lavoro - aggiunge - La paura del giudizio della comunità eteronormata o piccolo borghese / cattolica conservatrice crea problemi di accettazione, autostima, felicità, depressione, quindi una persona rinuncia alla propria personalità, indossando un abito non suo (mentendo prima a sé stessi e poi agli altri) per poter lavorare, o interagire con gli altri. Sul posto di lavoro, nell’imprenditoria, nella politica, nelle forze dell’ordine ed esercito o nel mondo dello sport ...purtroppo, si può continuare a vivere in una sorta di complesso di inferiorità”, ad esempio solo dire che l* fidanzat* non è presente ad una cena tra colleghi per non dire che si è fidanzati con una persona dello stesso sesso, in fase di transizione, no binary etc. Nel mondo del lavoro se l’ambiente di lavoro è buono, ed il management risponde alle esigenze dei lavoratori senza eccedere scontentando altri, si può aumentare la produttività perché il lavoratore è soddisfatto, si sente apprezzato e coinvolto".
Quindi, seguendo il discorso di Castoldi, se si abbandonano i pregiudizi ideologici, e culturali da parte dei vari attori sociali, si può migliorare sia l’economia sia la società.
"Bisogna condividere i valori e trovare dei punti in comune, senza imporli (tipo lotta di classe) soprattutto ideologicamente - conclude - Ovviamente si deve accettare chi è convinto a rispettare i valori lgbt, non solo con le parole ma anche con i fatti".