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Marta la maestra salvata dall'anoressia grazie ai bimbi e alla poesia

La storia della giovane insegnante brianzola: è arrivata pesare 42 kg. "Lasagne e pizza mi fanno ancora tanta paura"

"I miei bambini mi hanno dato una grande motivazione. Sono la mia forza e una carica immensa. È  anche grazie a loro che ho iniziato a lottare contro l'anoressia. Hanno bisogno della loro maestra, e io di loro. Non posso smettere nuovamente di mangiare e finire in ospedale". Così inizia l'intervista con Marta, 26 anni, una giovane insegnante monzese. 

I primi problemi dieci anni fa

La  grande devozione e amore per il suo lavoro sono stati, in parte, la spinta, che le ha permesso di iniziare quella dura guerra contro l'anoressia. Marta l'anno scorso ha insegnato in una scuola elementare della Brianza. Dopo gli studi al liceo Dehon di Monza la laurea in Scienze dell'educazione e una a breve in Scienze della formazione primaria. Ma nel frattempo una giovane vita condivisa con l'anoressia. "I primi problemi nel 2012 dopo la separazione dei miei genitori - racconta -. Non mangiavo e non sapevo come gestire la situazione. Poi un percorso con uno specialista e pian piano il ritorno a una 'normalità' anche se il cibo è sempre stato una valvola di sfogo nei momenti di maggiore stress".

"Mi pesavo 15 volte al giorno"

Una battaglia non facile e così nel 2020 quella bestia che si chiama anoressia è tornata a bussare alla porta della giovane brianzola. Era ottobre quando qualcosa è scattato nella testa di Marta. Ha iniziato a vedersi enorme anche se in realtà non lo era. Nella mente della giovane, che nel frattempo inanellava successi negli studi e stava per realizzare il suo sogno di diventare insegnante, è scattato qualcosa e il peso è tornato a diventare il suo primo e unico pensiero. "Mi pesavo 15 volte al giorno - continua -. Non mangiavo e se mangiavo vomitavo. Era diventato una sorta di ansiolitico". Naturalmente amici e familiari erano molto preoccupati, ma non sapevano come aiutarla.

Ha raggiunto i 42 kg

"Vedere che l'ago della bilancia continuava a scendere mi faceva sentire potente", aggiunge. Fino a quando l'ago ha raggiunto i 42 kg. Per quella ragazza alta un metro e 70 centimetri bisognava intervenire subito. La sua vita era in pericolo. "Mia mamma, mia sorella e il mio ex fidanzato erano preoccupatissimi e mi continuavano ad assillare dicendomi di rivolgermi agli specialisti - prosegue -. Alla fine li ho accontentati e solo per sfinimento ho deciso di farmi ricoverare. Almeno così mi allontanavo da casa". Marta non si rendeva conto che stava rischiando grosso: lei si vedeva grassa e per questo motivo si era messa a dieta. Ma il problema è che si continuava a vedere enorme malgrado fosse diventata pelle e ossa. 

"In clinica è stato un incubo"

Non è stato un percorso facile, ma fondamentale per salvare la giovane brianzola. "Sono stata ricoverata in una clinica di Parma - prosegue -. Lì ho imparato ad ascoltare e a capire che quei pensieri che avevano quelle ragazze che io vedevo magrissime erano uguali ai miei. Non è stato un percorso facile, ma alla fine ho accettato l'anoressia e ho capito di essere anoressica. Fino ad allora avevo vissuto con l'anoressia e non sapevo che cosa significava vivere senza. Sono stati 3 mesi molto pesanti: sapevo quante calorie stavo ingerendo e questa cosa mi spaventava. Perché mi rendevo conto che stavo prendendo peso". Marta stava ricominciando a vivere, ma questa nuova vita le faceva tanta paura. Poi finalmente le dimissioni ma con il rischio di dover ritornare. "Avrei dovuto mantenere un peso almeno vicino a quello normale per la mia altezza - continua -. Se non mi fossi messa in riga sarei dovuta ritornare in clinica". 

"I bimbi mi hanno salvata"

Ma a metterla in riga ci hanno pensato i suoi bambini. A novembre arriva la chiamata per la cattedra: una grande gioia per Marta, il sogno della sua vita si sta avverando. Alla fine sono proprio quei bimbi a darle la forza per cercare di non cadere nuovamente nel baratro dell'anoressia. "Mi hanno dato una forza e una carica che nessuno mi aveva mai dato - confida -. Ho bisogno di stare bene, di avere energie e anche se non è facile ogni giorno combatto la mia battaglia a colazione, pranzo e cena. Ma in modo sano. Così come in modo corretto ho imparato a rapportarmi all'attività fisica". Resta sempre la paura di fronte a certi piatti: lasagna e pizza farcita per Marta non sono una gioia.  Ma per i suoi bambini (e ancora prima per se stessa) ha imparato a non correre in bagno dopo ogni pasto, a non pesarsi ogni giorno e soprattutto a vedersi in modo diverso davanti allo specchio. "Lo so che non ho ancora sconfitto la malattia - aggiunge -. Ma adesso ha abbassato la voce". Permettendo a Marta di tornare a vivere, sognare, lavorare e innamorarsi. E quando arrivano i momenti no li affronta con la poesia. Con video sui social dove recita quei versi che lei stessa scrive e che l’aiutano a ritrovare quell’equilibrio e amore per se stessa e per la vita.

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