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Lotta al covid

Cosa cambia per le mascherine con l'arrivo di ottobre

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Dal 30 settembre non ci sarà più l’obbligo di indossare le mascherine su bus, treno, metro e negli ospedali, ambulatori medici e Rsa. A meno di ripensamenti dell'ultimo minuto - anche se è probabile che in alcuni casi i dispositivi di protezione resteranno raccomandati - è arrivato il momento di dire addio. Il governo Draghi, come sostiene Today, non sembra intenzionato ad approvare un'ulteriore proroga. Sarà il prossimo esecutivo, eventualmente, a decidere se e come intervenire. Ma tutto fa pensare che nella strategia di contrasto al covid ci sarà un cambio di rotta. 

Il 31 ottobre scadranno poi i protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, che tra le altre cose prevedono ancora l'uso delle mascherine al chiuso quando non si può mantenere il distanziamento, ed anche in questo caso le parti sociali non sembrano intenzionate a continuare sulla via dell'obbligo. 

Scade l'obbligo di indossare le mascherine

Sulla mascherina gli esperti non la pensano tutti allo stesso modo. I casi di Sars-Cov-2 intanto stanno risalendo, ma per ora non ci sono ripercussioni sulle strutture sanitarie come si evince dall'ultimo report della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere). Dopo due mesi di calo progressivo dei pazienti presenti negli ospedali, nell'ultima settimana la variazione del numero dei ricoverati torna ad avere segno positivo. Nella rilevazione del 27 settembre relativa agli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) si registra un "lieve aumento pari al 5,6%".

Si tratta, tuttavia, spiegano dalla federazione, "di un incremento relativo ai soli reparti ordinari ed è interamente a carico dei pazienti con covid, cioè coloro che non hanno sviluppato sintomi respiratori ma sono arrivati in ospedale per curare altre patologie e sono stati trovati incidentalmente positivi al tampone". Se questo dato può indicare un leggero aumento delle infezioni, prosegue la Fiaso, "non depone per un aumento dei ricoveri per covid", cioè "coloro che sviluppano sindromi respiratorie e polmonari tipiche della malattia da covid, che calano invece del 2,1% rispetto alla settimana scorsa". Al momento, dunque, non si registrano segnali di risalita.

Nelle terapie intensive, invece, si evidenzia un calo pari a una unità e dunque una situazione di sostanziale stabilità a fronte di numeri ormai molto limitati. "Il rallentamento dei ricoveri covid questa settimana vira verso la stabilità - commenta il presidente di Fiaso Giovanni Migliore - Il lieve aumento, infatti, è relativo solo a quei pazienti che hanno solo contratto l'infezione senza sviluppare i segni della malattia e testimonia, come ci hanno confermato i dati di questi giorni, la maggiore circolazione del virus che ha portato a una risalita dei contagi. La piccola percentuale di decrescita dei ricoverati per covid nei reparti ordinari, inoltre, non fa pensare alla temuta inversione di tendenza con l'arrivo dell'autunno e la riapertura delle scuole". Complessivamente sono 26 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati nei reparti covid dei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di Pediatria degli ospedali sentinella aderenti al network di monitoraggio di Fiaso. 

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