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La denuncia della moglie di Facchinetti contro l'ospedale brianzolo

La donna, caduta da cavallo, si rivolge all'ospedale di Desio. Avrebbe atteso oltre due ore per una Tac: "Avevo un trauma cranico, dolore, nausea e vertigini"

Una brutta caduta da cavallo e poi la corsa all'ospedale di Desio. Ma il trattamento ricevuto non sarebbe stato dei migliori e la paziente ha perciò deciso di rivolgersi a un altro nosocomio. Dopo le cure ricevute e il ritorno a casa la donna ha raccontato sui social quello che le era capitato.

Protagonista della vicenda Wilma Helena Faissol, moglie di Francesco Facchinetti, vittima di un brutto incidente a cavallo. Come riporta Today.it la modella brasiliana è stata vittima di un brutto incidente. Una caduta da cavallo che le ha procurato un trauma cranico non commotivo e policontusioni oltre a due ferite alla testa guaribili con alcuni punti di sutura. Questa la prognosi con cui la moglie di Facchinetti è stata dimessa dall'ospedale Sant'Anna di Como dopo che non è rimasta soddisfatta dal trattamento ricevuto nel presidio di Desio. Una vicenda che la stessa modella ha raccontato attraverso i suoi canali social; una vicenda che poi ha ribadito il marito anche via radio. 

Lo sfogo di Wilma Helena comincia una volta tornata a casa dall'ospedale di Desio. "Sono tornata a casa - spiega tra le Instagram Stories, mostrandosi con ghiaccio a tamponare il sangue che esce dal mento e la botta in testa -. Ero lì da più di due ore. Avevo dolore, nausea, veritigini. Ero seduta da due ore nonostante il codice rosso e sono tornata a casa. Mi spiace che siamo in una situazione in cui con persona con trauma cranico e sintomi non banali non abbia possibilità di fare una tac". 

Quindi il resoconto di quanto accaduto: "Sono arrivata rincogli*nita e ho dovuto suonare un campanello. C'era già qualcuno a suonare prima di me. Non apriva nessuno. Alché io ho suonato fortissimo e io ho spiegato al personale che avevo una botta in testa, mi hanno fatto accomodare". Qui cominciano le accuse verso un trattamento che Wilma non ritiene idoneo: "C'era una donna, la persona più odiosa che io abbia mai visto, che ha cominciato a prendermi in giro. Mi ha preso la testa dicendo che il taglio era minuscolo e che doveva rasarmi i capelli. Io non stavo capendo niente. Mi hanno fatto il tampone, misurato la pressione e continuavano a prendermi in giro. Insomma, mi hanno parcheggiato lì, stavo per vomitare. Erano due sclerati, infelici del proprio lavoro". 

La rabbia di Wilma va anche contro il collega della donna: "Ho chiamato il dottore perché avevo la bocca secca, lui mi ha guardato e non si è fatto avanti. Avrei dovuto urlare ma avevo dolore alla testa. L'ho invitato ad avvicinarsi e lui, guardandomi negli occhi, con espressione di rabbia, ha fatto quei quattro metri in modo molto lento. Gli ho spiegato che avevo nausea e ho chiesto un bicchiere d'acqua. Dopo due ore ho chiesto se dovevo fare la tac". 

Da qui la decisione di procedere privatamente con gli esami. Su suggerimento di altri medici, infatti, Wilma ha deciso di rivolgersi all'ospedale Sant'Anna di Como. Al pronto soccorso comasco la Faissol è stata ricoverata in codice rosso ed è stata sottoposta a tac e rx evidenziando un trauma cranico senza commozione. Ora le spetta riposo assoluto in attesa di ulteriori accertamenti. 

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