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Panchine rosse: a Monza una in ogni quartiere

Votata all'unanimità la mozione di Francesca Pontani (Italia Viva). Il consigliere Paolo Piffer (Civicamente) chiede anche aiuti concreti, fondi e case per le donne vittime di violenza domestica

A Monza la lotta contro la violenza sulle donne passa anche attraverso i quartieri. Nel capoluogo brianzolo in ognuno dei dieci rioni verrà posizionata una panchina rossa, simbolo di contrasto alla violenza di genere, di quel rosso che rimanda al sangue delle donne vittime di violenza. 

La decisione durante il consiglio comunale di giovedì 21 ottobre quando tutta l'aula ha accolto all'unanimità la mozione presentata dalla consigliera Francesca Pontani (Italia Viva) sulla realizzazione di una panchiena rossa per ognuno dei dieci quartieri di Monza. 

Le consulte decideranno dove posizionarla

Saranno poi le dieci consulte di quartiere a decidere dove posizione la panchina, certamente in luoghi ben visibili e frequentati. Così che il messaggio di fermare l'ondata di femminicidi e di violenze (di ogni tipo) contro le donne, non sia presente solo quando succedono i fatti di cronaca, ma quotidianamente. Un messaggio che passa fin dalla tenere età, e ogni giorno - con quella panchina - è davanti agli occhi di tutti.  "La violenza sulle donne non è un problema delle donne ma di tutta la società - dichiara Pontani -E' una questione trasversale, una questione di civiltà. Non è una vittoria partitica, ma di tutto il consiglio comunale".

Piffer: "Servono anche fondi e case per le donne maltrattate"

Sulla questione interviene anche il consigliere Paolo Piffer (Civicamente) che sollecita interventi mirati e concreti a difesa delle donne vittime di violenza. "La violenza contro le donne è un problema di noi uomini - dichiara -. La politica, però, non può fermarsi alle parole. Deve dimostrare con i fatti che il tema è davvero una priorità: stanziare risorse. Servono soldi per finanziare gli sportelli di supporto psicologico, di formazione delle forze dell'ordine, e soluzioni abitative alternative per chi ha subito una violenza domestica. Non basta chiedere alle donne di denunciare, e poi abbandonarle a loro stesse. La tutela ha un costo, e le chiacchiere non bastano".

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