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Musei Civici di Monza, la mostra che racconta il legame tra Monza e Kyoto

Dal 18 luglio al 6 settembre, il museo monzese ospita la mostra "Task Kyoto – Isia Monza: Esperimenti e tradizioni"

Cos'hanno in comune Monza e il Giappone? Molto più di quel che si crede.

Per il terzo anno consecutivo, i Musei Civici di Monza tornano a collaborare con il Traditional Arts Super College of Kyoto (Task). L'occasione è una mostra, "Task Kyoto – Isia Monza: Esperimenti e tradizioni", che fonde l'arte e l'artigianato, la tradizione e la sperimentazione. Perché, il Task di Kyoto e l'Isia (Istituto Superiore Industrie Artistiche) di Monza, sono uniti da un sottile filo rosso: il primo è un punto di riferimento per la conservazione e la diffusione delle antiche e raffinate tecniche artigianali della secolare tradizione giapponese, il secondo - attivo in Villa Reale tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale - fonde perfettamente talento artistico e pratica artigianale.

La mostra, aperta dal 18 luglio al 6 settembre 2020, parte dunque dal mantenimento della tradizione per poi superarla: un'operazione resa possibile, questa, dalla capacità inventiva dei maestri che si sono avvicendati nell'insegnamento all'Isia, personalità rilevanti che hanno spesso dato corpo a uno sbilanciamento verso l'arte più che all'artigianato.

Cosa porta in scena "Task Kyoto – Isia Monza: Esperimenti e tradizioni"? Per la parte dedicata alla scuola giapponese, una rassegna fotografica dei lavori realizzati lo scorso anno e diversi pezzi che testimoniano l'arte della lavorazione della ceramica così come insegnata dalla scuola; per la parte dedicata all'Isia, alcuni pezzi del repertorio decorativo (a cominciare dalle cospicue donazioni di Ugo Zovetti e Luca Crippa) e il mosaico di piastrelle “Partenza del legionario” di Salvatore Fancello, esposto in occasione della VI edizione della Triennale di Milano del 1936 e proposto per la prima volta nelle sale del Museo.

Così ha commentato Massimiliano Longo, Assessore alla Cultura: "Le importanti opere dell’Isia in mostra  sottolineano le affinità e le differenze con il repertorio artistico della scuola Task di Kyoto: due mondi distanti geograficamente, con stili, culture e filosofie diverse, ma che hanno avuto e hanno margini di contaminazione da scoprire e da inventare".

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