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Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità Desio

Arriva in fin di vita all'ospedale di Desio, 55enne salvato grazie ad Ecmo

Ma soprattutto grazie alla collaborazione tra i professionisti dell'ospedale brianzolo e del San Raffaele

Per due volte ha rischiato grosso, ma in entrambe le volte grazie alla tempestività dei medici (e nel secondo caso anche alla collaborazione) è riuscito a salvarsi.

Una storia a lieto fine quella che arriva dall'ospedale di Desio. Il paziente è un uomo 55 anni che vive in Brianza, diabetico e iperteso. Nelle scorse settimane è giunto in fin di vita all'ospedale di Desio. L'uomo era in arresto cardiaco, con una grave insufficienza cardiaca in corso. Dopo essere stato sottoposto ad angioplastica è stato trasferito in Unità Coronarica, con posizionamento di monitoraggio emodinamico.

Sembrava che la convalescenza proseguisse bene quando però, ormai prossimo ad essere dimesso dalla Terapia intensiva, è stato colpito da un altro infarto. L'uomo è stato immediatamente intubato e poi sottoposto ad Ecmo, la circolazione extracorporea cui si ricorre come supporto nei soggetti con grave insufficienza cardiaca e respiratoria.

Il macchinario si sostituisce alle funzioni del cuore e dei polmoni. Il paziente è stato attaccato ad Ecmo a Desio e trasferito in Terapia Intensiva a Milano. All'ospedale San Raffale è rimasto attaccato al macchinario che gli ha salvato la vita per una settimana, poi lentamente le sue condizioni hanno iniziato a migliorare.

Il 55enne è stato nuovamente trasferito al nosocomio di Desio dove gli è stato impiantato un defibrillatore. Dopo alcuni giorni è stato trasportato all'ospedale di Seregno per la Riabilitazione conclusa proprio pochi giorni fa. 

"Esperienza clinica lunga, dunque, per molti versi drammatica quella del paziente brianzolo, ma alla fine con un esito positivo e con una grande prova di squadra degli specialisti coinvolti - dichiara Felice Achilli, primario della Cardiologia e direttore del Dipartimento Cardioneurovascolare dell'Asst Brianza-. Tanto più senza alcun deficit neurologico per il cinquantacinquenne. Quasi a testimoniare, sottolinea ancora, l’attenzione prestata dall’Ospedale anche nella fase più acuta della malattia. La collaborazione fra centri ospedalieri ha consentito di “gestire” il malato in modo tale da garantirgli una prognosi favorevole e di rispondere in modo adeguato ad un caso estremo".

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