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La battaglia brianzola per gli ospedali aperti finisce in Senato

Non si ferma la protesta del monzese Mirko Damasco per far riaprire ospedali e Rsa alle visite dei parenti

La sua battaglia è iniziata oltre un anno fa quando ha organizzato una petizione on line per far riaprire (in totale sicurezza) case di riposo e ospedali per le visite ai parenti. Poi lo sciopero della fame lo scorso agosto. Poche settimane la protesta davanti all'ospedale San Gerardo. 

Adesso la sua battaglia finisce sui banchi del Senato. Nella giornata di martedì 8 febbraio Mirko Damasco, il monzese promotore dell'iniziativa e presidente dell'associazione Salvagente Onlus, ha incontrato l'onorevole Annamaria Parente (presidente della Commissione salute del Senato), l'onorevole Lisa Noja, il professor Alberto Giannini primario del reparto di  terapia intensiva pediatrica degli Spedali Civili di Brescia, e l'avvocato Valentina Starinieri consulente Salvagente Italia. 

Damasco ha ribadito l'importanza di poter riaprire le strutture ai familiari. "Durante l'incontro il professor Giannini con una relazione magistrale ha dimostrato, numeri e dati alla mano, il non senso di vietare le visite ai parenti e allo stesso tempo i benefici di questa pratica, che si ribadisce non è una concessione ma il riconoscimento di un diritto - si legge sul sito di Salvagente Onlus -. Per citare alcuni esempi virtuosi, in Italia la percentuale delle terapie intensive e dei reparti aperti è del 2%, in Norvegia e Svezia del 100%. In Francia, in caso di bambino ricoverato è la normalità fare entrare da lui anche i fratelli, in Italia sembra utopistico".

Damasco da tempo si batte affinché anche in Italia ospedali, centri disabili ed Rsa tornino alla normalità permettendo visite di almeno un'ora. In questi mesi il monzese ha raccolto e condiviso le storie di centinaia di pazienti che in Brianza (ma non solo) non hanno potuto salutare per l'ultima volta i loro cari morti in ospedale, di mamme che hanno partorito senza avere accanto il padre del loro bambino, di anziani che hanno continuato a colloquiare con figli e nipoti soltanto con telefonate o videochiamate. 

Damasco e il suo team di lavoro hanno realizzato un documento che diventerà un emendamento da presentare in Senato. Un emendamento che su questo tema tolga totalmente il potere discrezionale ai direttori sanitari e che consenta un tempo minimo di visita di almeno un'ora al giorno. Questo emendamento sarà discusso da Senato e Camera e necessita del parere positivo del Governo.

Durante l’incontro non si è solo discusso del futuro degli accessi e del fatto che la visita debba diventare una vera e propria terapia per i degenti, ma è stato anche proposto di inserire la visita giornaliera tra gli standard che ogni ospedale deve avere per essere accreditato al Sistema Sanitario Nazionale.

"Siamo molto soddisfatti dell’incontro - commenta Damasco -. Abbiamo parlato di diritti e di umanità. Ora spetta al Governo trasformare questo in realtà, che vorrebbe dire togliere da una sofferenza immane migliaia di parenti e di degenti".

L'invito di Mirko Damasco è quello di "inondare" la casella di posta elettronica del ministro Roberto Speranza con richieste di approvazione dell'emendamento, inviando un'email a segreteriaministro@sanita.it.

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